Parco della Musica Records – MPR033CD – 2011
Rosario Bonaccorso: contrabbasso
Fabrizio Bosso: tromba
Andrea Pozza: pianoforte
Nicola Angelucci: batteria
Stefano Di Battista: sax soprano
La musica di Rosario Bonaccorso, in questo come nei suoi dischi precedenti, appartiene a un modo di concepire e suonare il jazz che si nutre di emozioni immediate, pulsanti, vive e cariche di swing. Bonaccorso racconta le sue storie in forma di jazz e lo fa con grazie, disinvoltura e senso della narrazione.
Il suo modo di suonare e orchestrare le note coinvolge e trascina. Riempie gli spazi di colori e finanche di calore, che spinge l’ascoltatore a un atteggiamento confidenziale, amichevole, verso la sua musica. Bonaccorso ha scritto di suo pugno i dodici pezzi di In Cammino ed ha affidato l’esecuzione dei brani al Travel Notes Quartet, gruppo ben affiatato, rodato e situato sulla stessa lunghezza d’onda del leader. La coesione tra i musicisti si sente soprattutto nell’interplay, che scorre via come un treno, affidabile e sicuro. Questo è un disco impressionista, dove l’artista è Bonaccorso e il pennello Fabrizio Bosso, che traduce e cesella con la tromba le atmosfere, le immagini, il mood dei pezzi creati dal nostro contrabbassista. Sono brevi tratti di colore che creano bellezza e producono un pezzo come Mister Zen, vitalizzato dall’intervento al sax dell’ospite Stefano Di Battista.
In Cammino è aperto da Maria and Maria: un brano lento, sentimentale, ingannatore, che lascia pensare a un disco di ballad, dal sapore dolciastro e mieloso. Niente di più sbagliato! Infatti, arriva il destabilizzante Equivoci ad agitare la scena. Il suo incedere falsamente caotico che sbandiera motivi da marchin’ band, spunti dixieland e discese nel free, ci fa capire che nulla è scontato in questo bel disco. La title track è una ballad leggera ed equilibrata, priva di sbavature e resa preziosa dall’assolo di Andrea Pozza, che è un piccolo gioiellino. L’inquieto Sogni Proibiti non è altro che un monologo di contrabbasso, descrittivo, dalla cavata profonda e vorticosa, che materializza le visioni di Bonaccorso.
Tra i dodici brani fanno bella mostra di sè anche il mainstream di Canzone di Laigueglia, l’ancheggiante e solare Mister Kneipp, il semiserio ma efficace Un poco bop, e la nostalgica e vissuta Vienna.