Iiro Rantala – Lost Heroes

Iiro Rantala - Lost Heroes

ACT Music – ACT 9054-2 – 2011




Iiro Rantala: pianoforte






Iiro Rantala rivolge la sua attenzione a dieci musicisti che hanno ispirato le sue scelte estetiche e realizza Lost Heroes, lavoro in piano solo di grande spessore interpretativo e melodico.


Le appartenenze di genere dei musicisti chiamati in causa portano nelle tracce ispirazioni di provenienza varia. Rantala prende le mosse da Sibelius e Pavarotti per passare ai vari momenti della storia del jazz: dai padri fondatori (Erroll Garner, Art Tatum e Oscar Peterson) a Bill Evans; da Jaco Pastorius a tre esponenti importanti della musica europea come Pekka Pohjola, Michel Petrucciani e Esbjorn Svensson. L’unica condizione che accomuna tutti i protagonisti è, come spiega con molta semplicità il titolo, è il fatto che siano tutti scomparsi.


La natura cangiante – in modo sempre appropriato e personale – dello stile di Rantala diventa il punto focale del discorso intrapreso in Lost Heroes. Di volta in volta, il pianista instaura un dialogo con il suo riferimento, ne sintetizza la poetica e mette, allo stesso tempo, in luce alcuni elementi peculiari del suo modo di suonare. Grazie, infatti, ad un’operazione di mimetismo creativo, se si vuole, Rantala confronta il suo linguaggio con gli spunti e le ispirazioni che lo hanno prodotto.


Se i lavori con il Trio Toykeat ed Elmo, realizzato con il trio formato Felix Zenger e Marzi Nyman, mettevano più immediatamente in risalto la varietà degli interessi di Iiro Rantala, Lost Heroes riflette questa varietà attraverso l’approccio totale al pianoforte e, in particolare, nella forza orchestrale del suo stile e nella spiccata dimensione melodica delle composizioni.


La formula scelta – piano solo articolato in composizioni completamente definite e della durata di circa cinque minuti – mette in evidenza la concezione profonda e la visione di insieme dei brani, la compiutezza formale che anima introduzioni, temi e improvvisazioni richiama in molti punti la forma della sonata classica.


Nel disegno complessivo dell’opera e nello sviluppo dei singoli brani, Iiro Rantala dispone con grande oculatezza lirismo e tecnica, energia e senso della tradizione, rispetto e amore per i musicisti ai quali vengono dedicati i dieci brani: il tutto viene gestito con personalità e con la classe cristallina del pianista finlandese. L’equilibrio con cui i diversi elementi entrano nel disco, permette a Rantala di cambiare in maniera repentina le atmosfere e dare di volta in volta spazio a una specifica necessità espressiva: il lavoro sui bassi di Can’t get up, dedicato a Jaco Pastorius; le malinconiche ballad riferite a Bill Evans (Waltz for Bill), Esbjorn Svensson (Tears for Esbjorn) e Jean Sibelius (Jean and Aino), la deriva romantica di Intermezzo legata al nome di Luciano Pavarotti.


Allo stesso modo Bluesette e Donna Lee, dedicate rispettivamente a Oscar Peterson e Art Tatum, aggiungono a quanto segnalato sopra anche la capacità di giocare e di manipolare con grande abilità il materiale preesistente e di renderlo personale attraverso il felice asservimento della tecnica alle intenzioni del musicista.


Le note di copertina scritte da Rantala riportano le motivazioni delle dediche e alcuni aneddoti legati al pianista e ai suoi eroi. L’intento è quello di rendere omaggio e riconoscere ed evidenziare il valore dell’eredità musicale lasciata da ciascuno di loro. Se alcuni ricordi sono più mesti, in particolare quello per Svensson e la sua morte prematura e del tutto inattesa, lo spirito con cui Rantala conduce il lavoro è quello di manifestare la forza ispiratrice e, in qualche modo, la gratitudine delle musiche toccate da questi grandi geni.