Andrea Pozza European Quintet – Gull’s Flight

Andrea Pozza European Quintet - Gull's Flight

Abeat Records – Abjz 096 – 2011




Andrea Pozza: pianoforte

Christian Brewer: sax alto

Dick de Graaf: sax tenore, sax soprano

Jos Machtel: contrabbasso

Shane Forbes: batteria





La peculiarità del pianismo di Andrea Pozza è la melodiosità e l’eleganza. Non c’è nulla di pomposo nella sua musica. Anzi, al contrario, è semplice e diretto nell’espressione, nel fraseggio e nei dialoghi. Lo si segue facilmente perché il suo linguaggio è lineare ed efficace. Ha i piedi ben saldi nella “storia dello strumento”, ma la interpreta con fare moderno.


Gull’s Flight lo vede alle prese con un gruppo di musicisti eccezionali. Una front line di tutto rispetto composta dal talentuoso Dick de Graaf al tenore e da Christian Brewer, il cui suono è particolarmente cristallino e intenso, al sax alto. I due sono molto bravi anche nell’improvvisare e comporre, espediente che rende questo bel disco sorprendente e carico d’inaspettati spunti melodici. La sezione ritmica poi è efficace, incisiva, calda e puntuale. Una sicurezza a tutti gli effetti. Matchel e Forbes sono una delle migliori sezioni ritmiche in circolazione in Europa. I brani sono tutti scritti da Pozza e de Graaf. Le loro composizioni hanno sempre al centro la melodia e la cantabilità. Sono pensate in tal modo per far si che l’interazione con gli altri musicisti sia fluida e priva di equivoci sonori.


Non a caso il disco si apre con l’orecchiabile e collegiale A Propos. Un pezzo che esalta l’efficace interplay messo in scena dai musicisti e che coerentemente si ripresenta nel mainstream di Sir Pent. Qui, l’assolo di Pozza è strepitoso, e lo si potrebbe agganciare all’introduzione impressionista della title track. Una ballad cristallina e delicata che fa da break all’avvento del beccheggiante free di Koe Koe Roe Koe Koe. Pozza si ripete anche in Sem Palavras ed apre la strada al descrittivo e dialogico Le Poirier Fatiguè. Tanta sobrietà viene interrotta dall’esotico e ballabile Demasquè, che stempera il suo calore e colore nella brumosa Dancing Fog. L’enigmatico La Vache Qui Rit e il post bop di Three Slices of Bread chiudono un disco europeo non solo negli intenti o nei titoli ma soprattutto nei fatti, e nella musica.