Abeat Records – ABJZ100 – 2011
Javier Girotto: sax soprano
Gerardo Di Giusto: pianoforte
Carlos “el Tero” Buschini: basso e contrabbasso
Gabriel “Minino” Garay: batteria e percussioni
Sin Lugar A Dudas è la continua ideale del primo disco, omonimo, de i Cordoba Reunion. Intatte sono le atmosfere, la forza, la bellezza e la nostalgica energia che emana. Le musiche appartengono alla tradizione argentina, in primis il tango, le sue varianti, la milonga e le contaminazioni jazz.
I suoni ribelli, e improvvisati, sono quelli della Cordoba “disobbediente”, come la definisce la poetessa Cristina Bajo, di cui vengono riportate le note nel disco. Il disco è a partecipazione collettiva, i brani portano singolarmente le firme di Girotto, Buschini e Di Giusto. La registrazione, come il disco precedente, è avvenuta a Lugano ed è a cura della Radiotelevisione Svizzera. Sin Lugar A Dudas risente della “stanzialità” europea dei musicisti. La musica risulta una fusione di suoni della loro terra condita dalle contaminazioni europee. Girotto apre le danze con svolazzi melodiosi di sax che introducono la prima traccia di Sin Lugar A Dudas, una ballad dolce e delicata intitolata La Vuelta.
Il ritmo si anima, sempre incalzato dal sax di Girotto, nel jazzato El mastropiero, prima di immergersi nella sognate e lenta melodia di Pigro sentimento. Il valzer, festaiolo e agreste de La rural apre al ritmo ossessivo e ripetitivo del pianoforte che inscena un duello picaresco con il sax di Girotto nel pezzo, forse il più bello del disco, intitolato La cambiada. Da sottolineare la straordinaria intensità delle percussioni di Gabriel Garay, che si ripetono nella title track. La quiete arriva con La luz de la noche, un brano crepuscolare, struggente, sottolineato dalle note del sax e di un pianoforte descrittivo e sommesso.
Sin Lugar A Dudas è un bel disco, coinvolgente, suonato con professionalità e sentimento. I colori del Sud America vengono rievocati con forza e innata passione. I brani sono carichi di pathos e tradizione, com’è nelle corde di questi musicisti che egregiamente chiudono il disco con il “finto” tango de L’ultimo giro e il lento e itinerante Huayno en 5.