Bolage – BLGCD015 – 2011
Joona Toivanen: piano
Havard Stubø: chitarra
Tapani Toivanen: contrabbasso
Fredrik Hamrå: batteria
Intervista a Jazz & Fly Fishing
Se vagando per le foreste scandinave, dovesse capitarci di incontrare quattro affabili ragazzi intenti in una battuta di pesca mentre discutono di settime diminuite, alterazioni armoniche, drumming ed interplay, allora molto probabilmente ci siamo imbattuti nei componenti dei Jazz & Fly Fishing. Questo curioso nome accompagna una band composta esclusivamente da musicisti scandinavi: per la precisione un norvegese, il chitarrista Havard Stubø, uno svedese, il batterista Fredrik Hamrå, e due finlandesi – i fratelli Joona e Tapani Toivanen, rispettivamente pianista e contrabbassista – uniti da una comune passione per il jazz ed, in egual misura per salmoni, carpe e trote. I Jazz & Fly Fishing sono, infatti, parte di un curioso ed originale progetto che ha visto la band protagonista di un lungo tour attraverso la penisola scandinava, tra esibizioni nei club e battute di pesca nei corsi d’acqua più prossimi ad essi, dando la possibilità di seguire il loro viaggio avventuroso-musicale, attraverso dei video che periodicamente vengono postati sul loro sito personale (www.jazzandflyfishing).
A questo viaggio è seguito un disco, registrato in studio, nel quale le influenze musicali presenti al suo interno, sono molteplici tanto quanto diverse sono le personalità e le estrazioni artistiche di ciascun componente. Laddove il pianista Toivanen provvede a composizioni dal sapore mainstream o ispirate a certe sonorità Blue Note degli anni sessanta, perfettamente confezionate per delle esibizioni nei club (Hatch e Czech Nymph); Stubø concentra le sue composizioni sulle tinte bluesy della sua chitarra slide (Slow Walking Water e Lahppoluobbal), disegnando languidi paesaggi nordici, evidentemente rimastigli negli occhi durante alcune delle sue incursioni nella natura. In Lights On e Attrapp, è ancora Toivanen a mettere da parte il pianoforte per mostrare una personalità più groove attraverso le acide sonorità di Wurlitzer e Rhodes, con le quali spinge gli altri membri ad incrementare il sostegno ritmico, come nel caso del fratello contrabbassista Tapani, puntuale e creativo su ogni brano. Le composizioni di Hamrå denotano, invece, una inaspettata sensibilità melodica per un batterista, nel brano d’apertura Something, o nel gospel di chiusura, Last Station.
Un totale di dodici composizioni eterogenee e ben eseguite, pensate per animare tanto il pubblico di un jazz club, quanto per meditare nell’attesa che un pesce abbocchi al vostro amo.