Slideshow. Giampaolo Petrini

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Slideshow. Giampaolo Petrini.


Jazz Convention: Giampaolo il tuo nuovo lavoro è un DVD, dove presenti la tua big band…


Giampaolo Petrini: Lo abbiamo fatto per avere un video; non ha neanche con le tracce separate per via dei costi, ma è piaciuto al produttore Beppe Crovella dell’Electromantic Music, a suo tempo famoso come tastierista degli Arti e Mestieri, tra le migliori band di progressive rock. Lui propone i suoi artisti anche nel mercato giapponese!



JC: Giampaolo quando hai cominciato a fare musica?


GP: Ho iniziato ha suonare la tromba a nove anni in banda come tanti e a tredici sono passato alla batteria.



JC: Quali sono i motivi che ti hanno spinto a diventare un musicista jazz?


GP: Nella mia carriera ho suonato di tutto, ma lo swing è l’unico ritmo che mi ha sempre stimolato di più.



JC: Ha ancora un significato oggi la parola jazz?


GP: Sì lo vediamo ad esempio con Michael Bubblé: tanti adesso lo ascoltano senza conoscere Frank Sinatra e tutto lo swing di allora.



JC: Ma cos’è per te il jazz?


GP: Sempre improvvisazione anche nella vita. Sto facendo dei laboratori nelle scuole medie di batteria e percussioni con successo ma dopo pochi incontri non seguo più il programma, ma mi piace ‘improvvisarmi’.



JC: Quali sono le idee, i concetti o i sentimenti che associ alla musica jazz?


GP: La malinconia di quei tempi che non ci sono più. Già solo trent’anni fa a Torino suonavo tre-quattro volte a settimana nei jazz-clubs: adesso se fai un concerto ogni tre mesi è tanto!



JC: Come pensi che si evolverà il jazz del presente e il jazz del futuro?


GP: Secondo me bisogna ancora ascoltare molto del passato e il futuro non potrà che evolversi in meglio…



JC: Quali sono i musicisti con cui ami collaborare?


GP: Ad ottobre con la mia big band abbiamo suonato con Flavio Boltro amico d’infanzia tra i migliori al mondo. Mi piacerebbe collaborare – sempre con la big band – con Stefano Di Battista, Francesco Cafiso con cui ho già suonato con l’orchestra sinfonica della RAI a Moncalieri Jazz, avendo come ospite Fabrizio Bosso.



JC: E a proposito di big band, Gianpaolo è difficile oggi mettere in piedi un’orchestra jazz e tenerla unita?


GP: Assolutamente sì,anche perché i musicisti hanno quasi tutti una loro band per cui è difficile anche per le prove. Ma da dieci anni ci riesco perché credono tutti nel progetto.



JC: Ci sono differenze secondo te fra il modo di gestire big band in Italia e negli Stati Uniti?


GP: Moltissime, visto che laggiù hanno a scuola un approccio musicale ala big band di tipo storico e che in ogni liceo o media c’è almeno un’orchestra interna.



JC: Conosci la Clarke-Boland Big band? Ti piace? Riscontri altre influenze tra le grandi orchestre jazz?


GP: Non la conosco bene ma è fantastica; a parte Kenny Clarke nei vari complessi bebop, mi è bastato vedere qualcosa su you tube per capire che era eccezionale! Per quanto mi riguarda, però, credo di essere stato maggiormente influenzato dalle orchestre di Buddy Rich, di Maynard Ferguson e della Mel Lewis & Thad Jones Big Band, tutte più o meno dello stesso periodo.



JC: Cosa stai progettando a livello musicale per l’immediato futuro?


GP: Un tour con la big band in Italia e all’estero, forse anche con il cantante Matteo Brancaleoni. E poi è in cantiere un nuovo cd con brani tutti nostri.