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Gianni Insalata, Work in progress.
Work in progress è un disco delicato, piacevole all’ascolto, con il suo andamento accattivante e privo di pretenziosità. Ne è massima espressione la sommessa e leggera melodia di 18 luglio. Un brano che può essere preso ad esempio per raccontare la poetica di questo bel disco del batterista foggiano Gianni Insalata. Siamo a sud, ma non si direbbe, nel senso che alla calda e solare espressività del meridiano vi si contrappone una quiete che lascia immaginare verdi paesaggi nordamericani. E’ un lavoro che spinge all’abbandono, a una sorta di benessere che solo la musica sa dare.
Jazz Convention: Work in progress è il primo disco a tuo nome?
Gianni Insalata: Work in progress è il primo cd a mio nome. Almeno tu… uscito per la Philology nel 2006, portava il nome di un combo-progetto denominato Fòvea jazz project. Questo è a tutti gli effetti il primo disco a mio nome, realizzato con il mio quartetto ufficiale.
JC: In quanto tempo è stato realizzato?
GI: Dopo la morte di mia madre pensai di dedicarle un disco. Incominciai a scrivere dei brani. Poi ne parlai a Tosques, Gallo e Pacassoni, che da subito si misero a disposizione. Work in progress è stato registrato a maggio del 2011, praticamente in un giorno solo o addirittura in 7-8 ore se non ricordo male. Eravamo molto ispirati in quei giorni!.
JC: Parlaci della formazione.
GI: Io, Antonio Tosques e Danilo Gallo ci conosciamo da molti anni, siamo tutti e tre foggiani, cresciuti praticamente insieme, musicalmente e umanamente. Marco Pacassoni, invece, l’ho conosciuto solo pochi anni fa, ma tra noi è nato subito un bel feeling. Volevo un sound moderno e originale per il mio disco e la scelta di loro tre credo sia stata la migliore.
JC: I brani sono inediti, ci sono tue composizioni e anche degli altri componenti…
GI: Si, i dieci brani sono tutti degli original, cinque sono miei. Drilling industry è l’unico brano nato direttamente in studio, da una nostra ispirata e libera improvvisazione. Gli altri quattro brani sono a firma di Gallo, Tosques e Pacassoni.
JC: Parlaci della casa discografica?
GI: La casa discografica è la Dodicilune, un’etichetta veramente seria, fatta da professionisti seri e “umani”. Mi sono trovato e mi sto trovando veramente bene con loro. Sono molto contento anche perché a loro il disco è piaciuto sin dall’inizio. Li ringrazio ancora.
JC: Come lo stai promuovendo?
GI: Per la promozione se ne sta occupando l’etichetta e il mio ufficio stampa, tra un po’ ci saranno alcune sorprese…
JC: Hai idee per un altro disco?
GI: Per adesso ho solo in mente di suonare la musica di questo disco, di farla conoscere con una serie di concerti che spero mi portino in giro per l’Italia. Lavorare a un disco richiede un periodo di duro lavoro che ti costringe a isolarti; solo quando finalmente sei di nuovo sul palco a suonare la tua musica riesci davvero a godere del tuo lavoro. Per ora è quello che mi interessa maggiormente.