Piani Diversi. Gioco di pianoforti e parole

Foto: Fabio Ciminiera





Piani Diversi. Gioco di pianoforti e parole.

Vasto, Teatro Rossetti. 1.4.2012

Maurizio Franco: conduttore

Carlo Balzaretti: pianoforte

Enrico Intra: pianoforte


Giocare con la musica per innescare un meccanismo che spiega e illustra due secoli di letteratura pianistica e le relative maniere di intendere lo strumento. Maurizio Franco, Carlo Balzaretti e Enrico Intra, in ordine di apparizione, hanno proposto il format di Piani Diversi al Teatro Rossetti di Vasto. Innanzitutto i ruoli. Franco interviene all’inizio dello spettacolo per introdurre la serata e per chiarire quali saranno le regole del gioco: gruppi di tre brani classici suonati da Balzaretti, alternati con altrettante improvvisazioni di Intra; al termine di ciascun gruppo, il conduttore svela i meccanismi delle improvvisazioni e presenta i successivi tre temi scelti.


Le parole di Maurizio Franco portano il pubblico all’interno della temperie culturale e musicale dei vari autori presi in considerazione e le intenzioni stilistiche di ciascun brano, scelto, peraltro, insieme al pianista classico, all’insaputa del pianista jazz. Balzaretti esegue e, immediatamente, Intra improvvisa prendendo lo spunto dal brano appena eseguito. Il gioco si fonda sull’elemento ignoto: il pianista jazz non conosce i brani e, naturalmente, il pianista classico e il conduttore non sanno cosa eseguirà l’improvvisatore. E questo permette reciproche e funzionali influenze.


La forza della parola, unita alla pratica immediata, contestuale e contestualizzata dall’esempio pratico, conferisce senso e immediatezza al lavoro dei tre interpreti. La coesistenza di elementi predeterminati e contingenti permette di affiancare al rigore critico un tono rilassato e giocoso: le abitudini jazzistiche e le capacità di improvvisatore di Enrico Intra diventano utili in questo senso anche nella gestione dei empi e delle situazioni sceniche.


Piani Diversi diventa così un esperimento riuscito ed uno spettacolo godibile, senza perdere la profondità nè il senso del discorso. Le tre linee narrative si rincorrono e, grazie alla scelta di brani di breve durata, e si intrecciano di continuo per dare vita a uno spettacolo estremamente sintetico e capace di tenere in maniera elegante l’attenzione del pubblico. Il tutto per affabulare e spiegare, per ascoltare e scherzare, per riflettere con intelligente leggerezza su uno spettro musicale tanto ampio da coprire quasi tre secoli di musica e parlare di artisti diversi come Scarlatti, Gershwin, Chopin delle loro vicende e del loro stile.


Come si sarà intuito, il protagonista della serata è il pianoforte, uno strumento fondamentale tanto nella musica classica quanto nel jazz. L’idea portante dello spettacolo concepito da Maurizio Franco, Carlo Balzaretti e Enrico Intra è proprio nel confronto continuo tra i generi, prima, e nel ragionamento sulle intenzioni dei vari compositori. E, va da sè, nel confronto tra Intra e Balzaretti. Se il primo, nel suo gioco di rimessa, prende gli spunti più diversi per rispondere al tema proposto e quindi scompone le melodie, approfitta dei giochi armonici o ritmici, cita in maniera ellittica o elusiva le frasi appena ascoltate, il secondo, nello svolgere il brano stabilito in precedenza, viene di volta in volta coinvolto dall’esecuzione estemporanea di Intra e convoglia nella sua esposizione le atmosfere e gli echi ancora presenti sul palco.