Foto: Fabio Ciminiera
Marco Tamburini. Comporre Improvvisando.
Faenza, Scuola Sarti, Sala Fellini e Zingarò Jazz Club. 27/29.4.2012
Marco Tamburini: Di solito ai seminari parlo col mio strumento in mano ed esorto i partecipanti a fare lo stesso anche nei casi in cui il loro livello di abilità strumentale è basso. Alla base della musica, prima della teoria viene la pratica: ho cercato di applicare la teoria facendo pratica con lo strumento. Le cose più importanti che ho appreso e imparato nel mio percorso artistico le ho acquisite sul campo, cioè sul palco… e quelle non te le dimentichi più.
Comporre Improvvisando è stato il titolo del seminario tenuto da Marco Tamburini presso la Scuola Sarti di Faenza e organizzato in collaborazione con lo Zingarò Jazz Club della stessa città romagnola. Le attività si sono sviluppate nell’arco di tre giorni, tra momenti didattici e concerti con le formazioni nate nella scuola e all’interno del seminario stesso. Sono state diverse le persone coinvolte nella realizzazione del seminario – Daniele Santimone, Emiliano Rodriguez e Tiziano Negrello, Silvio Zalambani e Michele Francesconi e il nutrito gruppo di docenti della Scuola Sarti. Il racconto dei tre giorni del seminario lo abbiamo affidato ai loro interventi.
Silvio Zalambani: Oramai ho assistito a non so quanti workshop e seminari di musicisti di tutti i tipi e generi… ci sono due cose in particolare che mi hanno colpito di Marco: la totale competenza della materia che tratta che unita alla sintesi gli permette di spiegare perfettamente a chiunque tutto il materiale che utilizza quando suona, dalla cosa più semplice a quella più complessa e, poi, la seconda è che è un infaticabile stakanovista. Un grande, come persona e come musicista: già lo sapevo, anche se era un po’ che non c’incontravamo.
Prima del concerto della big band sabato, c’è stata la breve esibizione del piccolo ensemble del seminario. Nonostante timidezze e imprecisioni, una maniera anche drastica per metterli di fronte alla realtà del palco.
Marco Tamburini: L’idea è venuta al volo, sul campo. Io e Daniele ci siamo detti: ma perchè non farli suonare?
Daniele Santimone: Come spesso capita nei seminari collettivi, il livello sia strumentale che musicale non era assolutamente omogeneo, ma nonostante questo, Marco ha saputo coinvolgere tutti, sia rispondendo a vari quesiti personali, sia creando varie occasioni per fare suonare tutti i partecipanti.
Nella serata di sabato sera presso la Sala Fellini di Faenza si è tenuto il concerto della Big Band Sarti diretta da Daniele Santimone, con ospite Marco Tamburini e Silvio Zalambani. Il repertorio è stato costituito da brani originali dei due solisti, attraverso gli arrangiamenti da loro stessi proposti per big band.
Emiliano Rodriguez: Marco Tamburini si è dimostrato, ma questo si sapeva, oltre che un grande solista, un eccezionale didatta: oltre la vastità degli argomenti affrontati nell’ambito dello studio dell’improvvisazione, disciplina dai confini difficilmente determinabili, i consigli preziosi riguardanti la cura del suono, l’intonazione, lo stare sul tempo, le tante delucidazioni sul repertorio e sul linguaggio jazzistico, Marco è riuscito nell’ardua impresa di far partecipare tutti ed in egual modo gli studenti presenti.
La sera della domenica, ci si è spostati all’interno dello Zingaro Jazz Club. In questa occasione Tamburini è stato ospite di due gruppi nati all’interno della Scuola Sarti: Sax Connection, composto da una sezione di sassofoni e dalla ritmica, diretto da Emiliano Rodriguez su un repertorio di stampo jazzistico e Sax & the City, un ensemble di sassofoni a cappella, diretto da Silvio Zalambani, prevalentemente su un repertorio latino americano.
Michele Francesconi: Lo Zingarò Jazz Club e la Scuola Sarti si muovono sullo stesso territorio: è stato naturale nel corso degli anni pensare e realizzare insieme delle attività legate alla didattica del jazz. E, in questo modo, sono nati seminari e workshop come quelli proposti quest’anno con Marco Tamburini e Fabrizio Puglisi, ma anche le lezioni-concerto tenute da me insieme a Gabriele Zanchini e i concerti e le jam session dove gli allievi hanno potuto esibirsi di fronte a un pubblico amico, ma anche ormai abituato a vedere progetti e musicisti di livello nazionale. Naturalmente proseguiremo anche nelle prossime stagioni a collaborare in maniera profonda e con la prospettiva di creare situazioni interessanti per gli studenti – che saranno il pubblico e i professionisti di domani – e per il pubblico che segue con grande costanza i concerti del mercoledì allo Zingarò.
Marco Tamburini: Mi sono molto divertito, l’ambiente e l’atmosfera sono stati ottimi, la partecipazione pure e i concerti intensi. Sia con la big band della Scuola Sarti che la sera dopo allo Zingarò con i gruppi di sassofonisti guidati da Silvio Zalambani ed Emiliano Rodriguez. I docenti hanno fatto un gran lavoro con i loro ensemble e quindi è stato facile e spronante inserirmi con i miei soli nei loro arrangiamenti. Ho notato una grande attenzione da parte degli studenti e spero che facciano tesoro dei consigli pratici che hanno ricevuto in questi tre giorni.