Slideshow. Lorenzo Feliciati.

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Slideshow. Lorenzo Feliciati.




Jazz Convention: Così, a bruciapelo in poche righe chi è Lorenzo Feliciati?


Lorenzo Feliciati: Bassista elettrico/eclettico. Contrabbassista, quasi chitarrista. Produttore. Arrangiatore. Cuoco sovrappeso per passione…



JC: Mi parli ora dell’esperienza Naked Truth?


LF: Sia Pat Mastelotto e Roy Powell sia Cuong Vu avevano collaborato a delle mie composizioni che poi sono diventate parte fondamentale del mio terzo album solista Frequent Flyer. Visti i risultati e l’interazione raggiunta ho proposto di collaborare, anche se a distanza, a un progetto comune. Abbiamo cominciato a scambiarci files lasciando a tutti il “potere” di editare e modificare i contributi degli altri, il risultato è Shizaru il primo album uscito sempre per la Rarenoise Records.



JC: Poi c’è stato, se non erro, Ouroboros…


LF: Con il secondo album Ouroboros siamo riusciti a passare vari giorni in studio tutti insieme e quindi ci sono episodi dell’album interamente concepiti e orchestrati in maniera collettiva in studio, in un secondo tempo dopo un periodo di decantazione ho compiuto un opera di rilettura del registrato editando alcune cose e creandone altre, il risultato credo sia esaltante.



JC: Un passo indietro: mi racconti ora il primo ricordo che hai della musica?


LF: Ascoltare settimanalmente i vari vinili della collana I Grandi del Jazz dei Fratelli Fabbri Editori che mio padre acquistava e poi andare in camera con mio fratello maggiore per ascoltare i suoi vinili dei Led Zeppelin.



JC: Quali sono i motivi che ti hanno spinto a diventare un musicista?


LF: Non riesco ad essere lucido al 100% sui motivi, credo che ad un certo punto l’amore e la curiosità per come la musica si possa costruire e come si riescano a far funzionare tutti gli elementi che la compongono abbia prevalso sull’ascoltatore appassionato, credo che la voglia di “creare” o comunque essere parte di un processo creativo fosse già parte del mio carattere e del mio approccio verso le cose, studiavo al Liceo Artistico e ho fatto vari anni come studente di Architettura prima di dedicarmi full time alla musica.



JC: E in particolare perché sei diventato un bassista?


LF: Molto probabilmente se mio fratello non avesse suonato la chitarra e cantato e il nostro migliore amico non avesse cominciato ad interessarsi alla batteria sarei un batterista, ho sempre avuto una passione per quello strumento e adoro interagire con i batteristi più che con qualsiasi altro musicista nelle band. Comunque mancava un bassista per la creazione del trio e così mi sono trovato a ragionare ed analizzare quello che il basso deve e può fare all’interno di un arrangiamento. Poi andai a vedere i Wheater Report al Palaeur nell’ultimo tour con Pastorius e , come chiunque abbia visto live quella formazione, rimasi folgorato dal carisma e dalla presenza di Jaco Pastorius realizzando che anche i basisti possono essere protagonisti.



JC: Quali sono i bassisti che ami di più? e tra quelli jazz?


LF: Appunto Jaco Pastorius, Jack Bruce, Percy Jones, Jeff Berlin (soprattutto nei dischi di Bill Bruford), Mick Karn, Bill Laswell, i contrabbassisti Charlie Haden, Charlie Mingus, Oscar Pettiford e ovviamente Jimmy Garrison.



JC: Ma cos’è per te il jazz?


LF: Tutta la musica avventurosa che non ha paura di intraprendere strade sconosciute, anche se forse è un concetto troppo naif quando ascolto i grandi artisti ho sempre una sensazione di ricerca , di esplorazione che mi fa chiedere: “chissà dove andranno a finire…”



JC: Tra i dischi che hai fatto ce ne è uno a cui sei particolarmente affezionato?


LF: Sicuramente Frequent Flyer e quelli dei Naked Truth, tra le collaborazioni con artisti definiti “Pop” sono molto affezionato ai lavori fatti con Niccolò Fabi, forse dovendo scegliere tra gli album hai quale ho collaborato sicuramente La Cura del tempo.



JC: E tra i dischi che hai ascoltato quale porteresti sull’isola deserta?


LF: Mr Gone dei Weather Report, Coltrane& Ellington ovviamente di Trane e di Duke, gli album solisti di Mick Karn e almeno quattro/cinque album dei King Crimson di Robert Fripp.



JC: Quali sono stati i tuoi maestri nella musica, nella cultura, nella vita?


LF: Credo che il rapporto tra genitori e figli sia fondamentalmente costruito sull’esempio e quindi sicuramente mio padre e mia madre mi hanno dato molti esempi che cerco di seguire adattandoli alla mia vita e di passare a mia figlia. Ricordo con piacere un periodo di profonda immersione nel mondo di Woody Allen e dei suoi film che coincideva con il massimo desiderio di vivere in America. Ma definirlo maestro mi sembrerebbe eccessivo, probabilmente cerco di imparare qualcosa da ogni persona che incontro o da qualsiasi cosa legga od ascolti. Forse Italo Calvino.



JC: Qual è per te il momento più bello della tua carriera di musicista?


LF: Cerco di godere dei momenti dove in maniera diretta sono più in contatto con la musica come quando suono in concerto o in studio ma comunque non smetto di pensare alla musica praticamente mai, a quella già fatta da me o da altri come a quella che sto costruendo in quel momento..



JC: Quali sono i musicisti con cui ami collaborare?


LF: Per rispondere a questa domanda ho ragionato sulle cose fatte e negli ultimi anni ci sono presenze ricorrenti come Pat Mastelotto, Roy Powell e Cuong Vu. Mentre scrivo sto finendo un bellissimo primo capitolo di una nuova avventura che condivido con Lorenzo Esposito Fornasari e credo che vada nominato anche il piacere nella collaborazione con la Rarenoise records. Citerei pure Alessandro Gwis ed Emanuele Smimmo, con i quali ho costruito il trio Wasabi con due album all’attivo, e tanti altri, troppi per poterli nominare tutti.



JC: Come vedi la situazione della musica in Italia?


LF: La musica e la cultura in Italia rispecchiano la condizione dell’Italia stessa: approssimazione, clientelismo, poca meritocrazia ma anche molto culto della lamentela e poca voglia di rischiare…



JC: Cosa stai progettando a livello musicale per l’immediato futuro?


LF: In questi giorni è appunto in uscita il secondo album dei Naked Truth Ouroboros (sempre per Rarenoise) con l’arrivo di Graham Haynes alla cornetta, nei primi mesi del 2013 uscirà il primo album di questo progetto con Lorenzo Esposito Fornasari e sempre il prossimo anno registrerò il nuovo album solista e spero tante cose che succederanno e progetti che potranno nascere nel frattempo.