Slideshow. Claudio “Wally” Allifranchini.

Foto: da internet










Slideshow. Claudio “Wally” Allifranchini.



Jazz Convention: Wally, cosa sta suonando di questi tempi?


Claudio Wally Allifranchini: Musica jazz di vario tipo ma con un unico denominatore: il suono Motown degli anni ‘60/’70, un poco di fusion con influenze jazzistiche e anche qualche canzone italiana.



JC: Iniziamo però l’intervista con una domanda classica: anzitutto chi è Claudio Wally Allifranchini?


CWA: Un musicista… spero a tutto tondo (si dice così?).



JC: Ci racconta ora il primo ricordo che ha della musica?


CWA: Un cortile, non ricordo dove… io bambino che trovo un piano-giocattolo e riesco a suonare (con un dito, ma con facilità) le canzoni che mi vengono in mente in quel momento.



JC: Quali sono i motivi che l’hanno spinta a diventare un musicista jazz?


CWA: Non saprei, non me lo sono mai imposto il ruolo di jazzman, in famiglia ci sono parecchi musicisti e mio papà era appassionato di jazz. Insomma, ci sono cresciuto dentro.



JC: E in particolare un sassofonista jazz?


CWA: Motivi ce ne sono tanti, forse un certo John Coltrane!



JC: Ma cos’è per lei il jazz?


CWA: Per me è come la musica classica: è cultura, è ossigeno, è profondità musicale, è anche, volendo, un modo di vivere… peccato che non sia così quando si accende la televisione.



JC: Quali sono le idee, i concetti o i sentimenti che associa alla musica jazz?


CWA: Un po’ tutto quello che viviamo, che respiriamo, che sentiamo è jazz: forse lo stereotipo del jazz era la tristezza ( I feel blue…), anche se oggi non è più così. Anzi, se penso alla musica jazz che si suona a New Orleans per strada di tristezza ne sento ben poca.



JC: Tra i dischi che ha fatto ce ne è uno a cui sei particolarmente affezionato?


CWA: Sono tutti cari, rappresentano momenti particolari della carriera… Ma forse Kalliope è quello più significativo.



JC: E tra i dischi che hai ascoltato quale porterebbe sull’isola deserta?


CWA: Bella domanda, ma sono in difficoltà… Per non fare arrabbiare nessun jazzista porterei Nightfly di Donald Fagen!



JC: Quali sono stati i suoi maestri nel sax, nella musica, nella cultura, nella vita?


CWA: Maestri in carne e ossa mio cugino Guerrino Allifranchini, maestri “virtuali” John Coltrane, Charlie Parker, Bob Mintzer, Phil Woods e mille altri.



JC: Qual è per lei il momento più bello della sua carriera di musicista?


CWA: Quando sento che il pubblico ha “sentito” quello che ho suonato e non intendo solo con le orecchie…



JC: Quali sono i musicisti con cui ama collaborare?


CWA: Beh quelli che come me condividono gli stessi gusti musicali e l’elenco sarebbe lunghissimo.



JC: Come vede la situazione della musica in Italia?


CWA: Ahi che dolore! Come sempre chi sa vendere diventa popolare, lo si vede in tivù, fa un sacco di concerti e via dicendo. Ma, credetemi, ci sono tanti musicisti che sono meglio… escluso Stefano Bollani: lui è uno di quelli veri!



JC: Cosa sta progettando a livello musicale per l’immediato futuro?


CWA: Mi piacerebbe comporre musica neo-classica (con influenze ovviamente jazzistiche) per orchestra sinfonica; mi occupo di didattica e, con la mia formazione allargata (Wally’s Big Band) che ha da quasi venti anni, sta per uscire un nuovo disco.