Nico Catacchio – The Second Apple

Nico Catacchio - The Second Apple

Fo(u)r – CDCO408 – 2012




Nico Catacchio: contrabbasso

Nico Morelli: pianoforte

Michele Salgarello: batteria






Il piano trio visto dalla prospettiva del contrabbasso. In The second apple, Nico Catacchio affronta infatti, una delle formazioni più celebrate ed esigenti della storia del jazz: il contrabbassista compie questa operazione con due musicisti versatili e con l’intenzione di portare nelle varie tracce stimoli diversi.


Sin dalle registrazioni del trio di Bill Evans con Scott LaFaro e Paul Motian, il dialogo tra pianoforte e ritmica si è fatto meno “autoritario” ed ha accolto e fatto brillare le personalità dei tre componenti. Negli anni poi ci sono stati piano trio dalla denominazione collettiva e – naturalmente, come accade anche in questo caso – trii a nome di contrabbassisti o batteristi. Il trio proposto da Nico Catacchio con Nico Morelli al pianoforte e Michele Salgarello alla batteria si anima di una dimensione paritaria e vive di spazi ampi: volendo esemplificare, si possono leggere nelle composizioni e nell’approccio al contrabbasso riflessi nord europei. La musica del trio respira così una tradizione dove nel corso degli anni i contrabbassisti sono stati protagonisti per importanza della loro funzione e qualità delle suggestioni disegnate.


E, infatti, sin dalle prime note di The second apple, il brano omonimo che apre il lavoro, Catacchio mette in chiaro quali ne saranno le prerogative: richiami alla musica colta, la ripresa ciclica di cellule sonore, un approccio ritmico suggerito più che imposto e attento a seguire canoni più eurocentrici e meno swinganti, dialogo continuo tra i musicisti. Nelle ballad e nei tempi più sostenuti l’approccio del trio è narrativo più che lirico, intimo più che introverso. La conclusiva Respiri si scioglie in una destrutturazione dell’architettura formata dagli incroci tra le linee: quasi un congedo sussurrato dopo la verve e lo swing della precedente Qui e i passaggi stentorei – declamati, se si vuole – e sottolineati dai ripetuti accordi del pianoforte a sostenere gli assolo di Morelli, prima, e di Salgarello, poi nella sua seconda parte fino alla conclusione scandita ancora dal giro armonico della mano sinistra del pianista.


Nico Catacchio pone così al centro del proprio mirino la necessità di operare una sintesi tra ispirazioni diverse: il risultato è un disco coerente e scorrevole, realizzato grazie all’interazione e al reciproco ascolto con i suoi compagni di avventura, all’attitudine presente in tutto il disco di sottrarre elementi, di non soffocare il filo narrativo del tema e dell’assolo.