Bumps Records – 2012
Antonio Di Lorenzo: batteria, percussioni
Davide Penta: contrabbasso
Vince Abbracciante: fisarmonica, Fender Rhodes, piano
Vito Di Modugno: organo Hammond
Michael Marrano: corno francese
Claudio Chiarelli: sax alto
Fabrizio Scarafile: sax tenore, sax soprano
Michele Marzella: sax baritono
Giorgio Distante: tromba
Marc Ribot: chitarra
Paolo Montaruli: contrabbasso
Mirko Signorile: Fender Rhodes
Vincenzo Deluci: tromba
Bruno Tommaso: arrangiamenti
Antonio Di Lorenzo è un batterista e compositore con un percorso professionale ampio e variegato. Musicista di grande esperienza e professionalità si muove all’interno del mondo musicale prediligendo, naturalmente, il jazz ma con puntate in ambiti classici e pop. Angels è il suo terzo disco da leader e segue l’ottimo When The Saints Go Marching Out. Come prosecuzione di quest’ultimo Angels non è da meno. È un disco completo, corale, che abbraccia tutti i diversi ambiti del jazz.
Il cast che ne fa parte è di alto livello e ha come ospiti il chitarrista Marc Ribot e il contrabbassista e arrangiatore Bruno Tommaso. La title track, un’improvvisazione collettiva che richiama il clima festaiolo di New Orleans o a posteriori, alcune elaborazioni sul tema di Albert Ayler, lascia intendere che il “mood” del disco è tutt’altro che serioso, anzi afferma che c’è gioia di suonare, divertirsi e fare jazz. Angels è il primo dei cinque brani scritti da Di Lorenzo. More Fire è il pezzo che segue a ruota e subito conferma l’aria che tira nel disco: un bop tirato, eseguito con equilibrio negli assolo e dove Marc Ribot fa sentire tutta la sua bravura alla chitarra; performance che il chitarrista bissa in My Gospel, un brano soul e black di rara intensità dedicato a Don Tonino Bello. Hammond e chitarra sono invece i protagonisti assoluti, di Woodstock Mud, una rievocazione funky/blues di quelle giornate fangose. Di Modugno e Ribot sono simbiotici, blues e perfettamente calati nello “spirito del tempo”.
Bruno Tommaso invece si diletta con un arrangiamento perfetto ispirandosi a un brano famoso di Nino Rota (vale a dire il tema de Il Padrino) che il contrabbassista intitola I Remember Godfather. Un pezzo accelerato, collettivo e vagamente free, che rende il tema ancora più intrigante e snello nell’esecuzione. Arrivederci di Umberto Bindi richiama alla quiete e scioglie la tensione dopo le sollecitazioni sonore di Bruno Tommaso. È una ballad che un ispirato Vincenzo Deluci riempie di lirismo e passione, lasciandola poi scivolare nel beatlesiano Norwegian Wood. L’amara ed efficace riflessione di Sad Country chiude con rabbia e speranza il capitolo Angels.