ECM Records – ECM 2233 – 2012
Bobo Stenson: pianoforte
Anders Jormin: contrabbasso
Jon Fält: batteria
La ricerca di una attitudine ieratica e una disposizione melodica sempre solida, lineare ma mai scontata, attraverso una concezione presente del piano trio e una serie di riferimenti estremamente divergenti quanto scelti – e, in un secondo momento, interpretati – con attenzione e con una profonda condivisione di intenti tra i musicisti.
Basta considerare le parti più libere proposte dal trio formato da Bobo Stenson, Anders Jormin e Jon Fält: centrate con convinzione sugli aspetti melodici, incorniciate da elementi improvvisativi attenti a rispettare il ruolo della guida di quel passaggio, le frasi formano un discorso musicale sempre pacato, comunque costruito attraverso una cooperazione stretta tra i tre musicisti, capace di accogliere e lasciar sviluppare gli spunti musicali di spessore. Spunti presenti nel tessuto sonoro del trio e nelle composizioni originali così come ripercorsi nei brani ripresi dal repertorio di artisti come Bill Evans, Wolf Biermann, Ariel Ramirez, George Russell, Ola Gjello, Carl Nielsen. Una scelta ampia cui va aggiunta l’Ave Maria proveniente dalla tradizione norvegese, due brani di Jormin e i tre episodi collettivi, già evocati, vale a dire Indikon, Indicum e Indigo.
La condivisione delle intenzioni tra i tre protagonisti del lavoro, come si diceva prima, e, se si vuole, del trio con gli autori dei brani è uno degli aspetti su cui si fonda il filo logico di Indicum. La grande coerenza, ad esempio, tra l’apertura in piano solo con Your Story di Bill Evans e la successiva Indikon introdotta in “solo” da Jon Fält, raggiunto poi da Stenson e Anders Jormin è una costante nel ragionamento del disco: rispetto, come detto anche sopra, capacità di trovare le connessioni tra elementi e svilupparle secondo una linea sicura e sempre identificabile, rande disposizione all’ascolto reciproco. Tutto questo rende Indicum una sorta di suite in dodici movimenti: l’aspetto sorprendente è proprio il raggiungimento di una forte unità pur attraverso la notevole varietà delle matrici di partenza.
Il trio resta sempre fedele al dettato melodico e mette così in luce – grazie anche a una ripresa davvero brillante – la profondità sonora e la forza espressiva dei tre musicisti. La linea cantabile guida il trio nella scelta degli abbellimenti e delle sottolineature: silenzi, spazi, note, incontri sonori, movimenti delle mani sugli strumenti, rumori vengono utilizzati con vivida intenzione per dare spessore e pathos ad ogni singolo passaggio, siano le atmosfere circolari di Indigo, le reminiscenze spagnole de La Peregrinación, le spigolose tensioni di Event VI, le prospettive sospese di Ave Maria o l’intimità riflessiva di December.