A.I.R.E. – Apathic Avant-Jazz Anthems

A.I.R.E. - Apathic Avant-Jazz Anthems

El Gallo Rojo records 314-56 – 2012




Piero Bittolo Bon: sax alto, sax baritono

Riccardo Marogna: clarinetto, clarino basso

Marco Quaresimin: contrabbasso

Niccolò Romanin: batteria

nice guest:

Enrico Terragnoli: chitarra, podophono





Nell’attesa del sospirato (quasi mitizzato, e s’immagina abbastanza corrosivo – ossia in linea con lo standard della maison) numero 50 del catalogo Gallo Rojo, prodotto di una riuscita campagna di sottoscrizione, poca meraviglia (o magari no) su forme e contenuti del presente Apathic Avant-Jazz Anthems del collettivo A.I.R.E.


Oneroso e improbo il fronteggiare l’urticante dichiarazione d’intenti delle note d’accompagnamento – già avvezzi ai funambolismi verbali e alla provocazione aperta (sempre con la sensazione di un’istruttiva presa per il didietro degli amanti di mainstream e morfologie precotte) – “uso di scale ultrafoniche e rapporti sonori extrascientifici, canzonette avant-jazz da spiaggia, diabolici patterns incommensurabili e sibili proteofonici”… Per non dirsi della perla: “Una sfilza di inni da solfeggiare in famiglia” e via così , non fosse che alla fine dell’ascolto, gli esiti si palesano compatti e coerenti (esitiamo ad azzardare “costruttivi” per non incappare nelle idiosincrasie dell’eversività programmatica del gruppo) ma scherzosità a parte (pur sempre ben accetta) la sostanza, insomma, è sempre difficile a sminuirsi.
I ragazzi terribili dell’avant-jazz-ma-non-solo esplicitano l’arduo teorema onde fraseologia sghemba ed ispirazione fluttuante, gusto dello sberleffo e memoria stralunata non sono incompatibili con la coerenza di ricerca dell’ensemble e la sua peculiare (in)disciplina – ove il termine non abbia lettura riduttiva.


L’onirico, cullante ma strutturato gospel d’apertura, che rapidamente s’innerva di più volitiva espressività, apre sulla (non troppo) malcelata qualità d’impianto: l’espressività cruda, cospirativa, negroide, la polifonia fluttuante, la coralità polemica, l’ortodossia spiritata, la sezione ritmica secca, insistita, intrisa di praticantato rock, rilanciano per la durata dell’ascolto i contorni, sia pure frastagliati, dell’operato dei baldi provocatori.


Non si appaia troppo partigiani esortando a seguire con attenzione e prontezza ciò che esita dall’attivo opificio A.I.R.E., che con abilità coniuga composizione istantanea e musicalità “concreta”, raffinatezza picaresca e seriosità autoironica in cui si rinsalderanno i marchi di fabbrica, e ancor meglio gli enzimi, del collettivo a libera circolazione che ulteriormente arricchisce di connotazioni e credito la (pro)positiva, ricca costellazione Gallo Rojo.