Quartetto Terrestre – Secondo gradino

Quartetto Terrestre - Secondo gradino

nusica.org – o2 – 2012




Alessandro Fedrigo: basso acustico, composizioni

Achille Succi: clarinetti

Giancarlo Bianchetti: chitarra acustica

Carlo Alberto Canevali: batteria, percussioni





È di un catturante esempio di stile libero che parliamo: l’impianto sensibilmente cameristico dell’introitus, di spiccato sentore novecentista (colore che peraltro torna a più riprese nel lavoro) lascia presagire formule e armonie ordinate non antitetiche ad altre soluzioni, come nel peculiare sviluppo del primo brano, ad esempio, la Daltonica notte che opera un’originale ibridazione jazz-rock in acustico, segnata dalle guizzanti, argute figurazioni clarinettistiche ma non meno dalle limpide scansioni della chitarra acustica su un via via più ispido e vibrante tappeto percussivo che lascia il fianco alla tersa voce del basso acustico.


Quartetto Terrestre, ensemble sintonizzato sulla scrittura ma anche abile a giocare in libertà nella dispensazione degli equilibri, non facile né scontata, ma compiuta come nella transitiva Il cerchio, i dinamismi eruttivi di Protone o Space jazz astro bop, le pacatezze bossanoviane in Cheape o i blandi sentori gismontiani in apertura a Della terra, le complicità discrete di Sim Gun o l’arcana Bipede, formule che trovano epilogo nelle pulsanti, seduttive energie lunari de Il Compositore compone.


Prodotto in duecento copie numerate, certamente valorizzato dalla spazialità e dalla presenza sonora garantita dalle cure di Stefano Amerio, Secondo Gradino è opera dal fascino piuttosto sui generis: attraversata dalle correnti di un suono libero e forte, mai perde il filo di una metodicità corposa e che opportunamente vive dei suoi tempi, in buona parte a ragione delle strategie compositive di Alessandro Fedrigo e degli interventi solistici e contrappuntistici delle sei corde di Giancarlo Bianchetti. Sottili e peraltro eloquenti, spesso coinvolte in causa con energie e concitazioni, le ance di Achille Succi convergono al disegno dell’insieme, conformato in chiave anche solistica dal drumming di elastico apporto e forti interpunzioni di Carlo Canevali.


Efficace, per vari versi insolita e non scontata prova d’insieme, in un lavoro che si presta a più riascolti, forte degli investiti, versatili umori e delle accortamente dosate sensibilità di trama.