Improvvisatore Involontario – II0028 – 2012
Giorgio Distante: tromba, elettronica, campionamenti
Valerio Daniele: chitarre, hog, mandolino
Redi Hasa: violoncello
Roberta Mazzotta: violino
Giorgio Vendola: contrabbasso
R.A.V è il classico disco che disinnesca il gioco delle categoria musicali. si perde semplicemente tempo e gusto nell’ascolto a voler capire in quale scaffale – mentale o fisico – si debba riporre questo nuovo lavoro di Giorgio Distante. Al centro c’è l’utilizzo dell’elettronica, ma intorno si muovono strumenti acustici e modalità provenienti da generi del tutto diversi, in uno spostamento continuo di prospettiva e sonorità.
I brani, come si legge nell’interno del booklet, sono tutti stati scritti, progettati e programmati da Giorgio Distante – a parte Fijh firmato insieme a Valerio Daniele. E questa enunciazione del processo creativo ha segnare la dimensione del lavoro: lo sviluppo delle tracce in R.A.V. – acronimo che non viene svelato da Distante – segue un andamento diverso da quello “canonicamente” percorso dai temi del jazz e punta senz’latro verso il disegno di atmosfere e suggestioni più emozionali. Attraverso la ripetizione e la stratificazione dei vari elementi, Distante scava in profondità e realizza un disegno emozionale nel quale gli ingredienti utilizzati portano il loro senso specifico.
L’orizzonte degli eventi del lavoro sfugge per questo motivo ad ogni possibile classificazione: intorno al flusso elettronico si ascoltano rumori registrati e campionati, gli archi, le chitarre di Valerio Daniele e la tromba del leader. E, di conseguenza, sono diversi gli accenti musicali presenti, di volta in volta, nel disco: suggestioni etniche, pronuncia jazzistica, esperienze elettroniche, richiami classici. Uno sguardo rivolto sia al Mediterraneo che al Nord Europa: il gioco delle dinamiche suscitato da Distante punta su aperture improvvise, movimenti repentini applicati a situazioni tenute in equilibrio dalla convergenza degli spunti portati nella musica.
Il lavoro compiuto da Giorgio Distante, con la complicità di Valerio Daniele, si potrebbe definire una vera e propria regia musicale: se è quasi immediato proiettare l’esperienza sonora di R.A.V. in una dimensione cinematografica e associare un percorso di immagini, in realtà il disco è compiuto nei suoi scenari e rimanda nelle casse la fotografia di un momento nella parabola stilistica di un msuicista curioso e in continua evoluzione.