Eric Legnini Trio – Miss Soul

Eric Legnini Trio - Miss Soul

Label Bleu – LBLC 6686 – 2005




Eric Legnini: pianoforte

Rosario Bonaccorso: contrabbasso

Frank Agulhon: batteria

Mathias Allamane: contrabbasso





Miss Soul è la fedele fotografia dell’incontro di tre musicisti di punta della scena jazz europea. Il trio, formato da Eric Legnini, Rosario Bonaccorso e Frank Agulhon, porta nel lavoro, registrato nel 2005, le peculiari istanze espresse dal trio dal vivo e che abbiamo potuto apprezzare al festival di Terni.


Il trio esprime una visione musicale completa. Si sommano, e sono costantemente presenti nella musica del trio, l’attenzione ritmica e le necessità dell’accompagnamento, una visione melodica di primissimo livello e la ricerca di soluzioni sonore e compositive moderne, la disposizione descrittiva dei temi, la visione intima delle tracce riflessive e la forza allegra del blues: la strada verso la definizione della voce del trio passa attraverso l’unione di elementi diversi, che aggiungono possibilità nuove, che si combinano trovando una direzione comune ai tre musicisti. Diventa piacevole abitudine, nel corso dei dodici episodi che compongono Miss Soul, l’aggancio solido e preciso di una ritmica incalzante ed energica con l’attitudine lirica, romantica quasi, delle improvvisazioni di Eric Legnini. Elementi che ovviamente si fondono nella ricerca del groove e della poesia: la ritmica non disdegna di farsi suadente e gli assolo di Legnini, in brani come The Memphis Dude, Home sweet soul, Miss Soul e Back home, si muovono senza indugio verso una dimensione più energica e sostenuta.


Se a questo si aggiunge la bravura, incontestabile, dei tre e l’attenzione costante nel mettere la tecnica al servizio del brano, della voce del trio, la predisposizione a lavorare musicalmente per i compagni d’avventura, il valore del disco e della musica cresce ulteriormente.


L’anima giovane che viene tratteggiata dal titolo, è una visione gioiosa della musica: una visione che unisce la gioia di descrivere i sentimenti attraverso la musica, sia nelle ballad che nei brani ritmicamente più sostenuti. É una visione che permette ai tre musicisti – quattro, se consideriamo la presenza in tre brani di Mathias Allamane al contrabbasso – di ragionare intorno a una disposizione completa della musica proposta sul disco. Gli elementi si completano, strada facendo, e si uniscono gli uni con gli altri. L’apertura energica di The Memphis Dude, lascia, poco a poco, entrare il carattere dolce del pianismo di Eric Legnini, anche attraverso il groove della ritmica, anche attraverso il piglio del tema e degli accordi del pianoforte stesso.


Un’altra maniera per mettere in risalto la visione ampia della musica prodotta dal trio è quella di considerare la provenienza dei brani non originali. Si passa da Clifford Brown a Keith Jarrett, passando per Bjork, Phineas Newborn, Horace Silver e Duke Ellington. Ispirazioni che non si esauriscono nella scelta dei brani da eseguire, ma che emergono anche nella scrittura e nelle atmosfere del lavoro. La strada è un chiaro omaggio alle musiche e alle ambientazioni dei film di Federico Fellini, così come Horace vorace richiama la figura di Horace Silver. Ispirazioni che danno chiaramente la misura di una attività di ricerca varia: il trio legge e rende la propria interpretazione di pagine diverse di musica, passando dalle atmosfere poetiche e romantiche di For all we know all’approccio sferzante con il bop di Daahoud, si dirige verso il soul e il blues di Sugar Ray e Back home per raggiungere le forme moderne e differenti di Lisbon Stomp e Joga. Ma, per essere più precisi, tutti gli elementi citati si mescolano in ogni brano, in ogni passaggio, nella visione musicale completa e moderna del trio e caratterizzano l’andamento del lavoro in modo personale e intrigante.


Miss Soul è, perciò, un continuo lavoro di sintesi, un costante lavorìo di avvicinamento di elementi che il trio raccoglie da ispirazioni musicali diverse e dalle esperienze personali. E la sintesi avviene nel modo più naturale e, per questo, più efficace: accostando gli elementi, di volta in volta, per similitudine e contrasto, componendo la voce del trio sommando lo stile dei tre musicisti. La visione musicale che ne deriva, riesce a tenere sempre in primo piano, e con un preciso equilibrio, tutte le componenti della musica.


Le voci che costellano la registrazione, Rosario Bonaccorso che doppia il contrabbasso, le approvazioni reciproche, il batter di mani prima del finale di Home sweet soul, testimoniano la partecipazione e la gioia che si percepisce nell’assistere al concerto del trio, sono la manifestazione sonora dei sorrisi, degli sguardi di intesa dei tre. Miss Soul è il risultato del lavoro corale del trio e della sintesi cercata nelle varie direzioni della materia musicale. Eric Legnini, Rosario Bonaccorso e Frank Agulhon riescono a realizzare un disco nel quale uniscono le intenzioni della scrittura e le necessità espressive, la partecipazione emotiva con gli aspetti più intellettuali.