BRO Recordings – 2010
Paolo Russo: bandoneon
Diego Sandullo: chitarra
Ricardo Canepa: contrabbasso
Paolo Russo e il suo nuovo trio ci avevano lasciati con il bello e sorprendente Nuevo Trio Porteño, dove oltre a lui suonavano, e suonano anche in questo disco, gli argentini dalle chiare origini italiane Diego Sandullo e Ricardo Canepa. Potremmo dire che Evocandote è lo sviluppo del disco precedente, un ulteriore conferma dell’affiatamento del trio, dove i due argentini e il nostro Russo condividono radici e gusti comuni.Di jazz in questo disco non ce n’è molto, nel senso che mancano le sonorità ma è ben viva e presente la forza che muove e rende vitale il jazz: l’improvvisazione.
Evocandote contiene quattordici brani le cui firme sono distribuite tra i musicisti tranne la cover di And I love her di Paul McCartney. I ritmi del tango sono prevalenti in questo disco. Molti dei brani sono firmati dai due argentini e il timbro della loro terra si sente, eccome. Paolo Russo dimostra di essere sempre più attratto dalla musica di quel continente e usa prevalentemente il bandoneon, che sembra sia diventato il suo strumento preferito. Piazzolla è presente come nume tutelare e basta. Li lega solo questo, perché la musica è suonata in piena libertà, senza condizionamenti di sorta: è viva, fresca, moderna, dedita a farsi ascoltare, Asserbo, e anche ballare, Vivian’s milonga. E poi, non bisogna fermarsi in superfice. Oltre quello che appare, che suona come tango, ci sono tutta una serie di musiche che appartengono alla tradizione del sud Italia, al bacino mediterraneo e alle svolazzanti melodie balcaniche (Romso). Le folate di passione, i turbinii concentrici del tango (Amagando), le sfide strumentali (Conurbano), sono vissute e suonate con passione dai tre musicisti. La pratica li ha fusi e resi un unico corpo che avanza cadenzante e sicuro (Bossa nostra).
Bandoneon e chitarra suonano simbiotici vitalizzati dai perfetti battiti del contrabbasso e raccontano storie come Amagando, La Traviesa e Cosu y Casa. Evocandote è un viaggio passionale, un ponte che attraversa l’oceano e riunisce due culture un tempo figlie di un’unica madre. Un piroscafo che riporta in patria, amori, fortune, dolori e gioie di terre mai abbandonate nei sogni e nei ricordi. È un documentario in bianco nero il cui la colonna sonora è la dolcissima Cavatina, reminiscenza di un tempo che fu, rievocazione di sapori andati via per mare.