Inside Young Jazz. Le voci di dentro.

Foto: Fabio Ciminiera








Inside Young Jazz. Le voci di dentro.

Foligno – 29.5/2.6.2009.

Il festival Young Jazz di Foligno è giunto quest’anno alla sua quinta edizione. Abbiamo già parlato dei concerti e alcuni dei protagonisti sono presenti nella scaletta delle Real Interviews. Per raccontare altri aspetti del festival abbiamo ascoltato Luca Castignani – presidente da quest’anno dell’Associaizone In Blue, organizzatrice del festival – e Giovanni Guidi – direttore artistico della rassegna.


La pioggia e il maltempo, la scelta dei musicisti e il rapporto con la città sono gli argomenti trattati da Castignani e Guidi.


“Peccato per il tempo che anche quest’anno non ci ha assistito, ma il pubblico ha reagito veramente molto bene, anche ai concerti che potevano sembrare più difficili all’ascolto,” afferma Guidi e Castignani ribatte: “A forza di pioggia siamo passati da un festival adolescente a un festival adulto… ma, a metà pomeriggio dell’ultimo giorno, il bilancio del festival è senz’altro positivo.”


Entrambi si dicono soddisfatti del bilancio artistico della rassegna. Castignani prosegue: “Non posso giudicare i concerti: sono stati tutti, in pratica, come dei figli. Sono rimasto molto colpito dalla collaborazione che si è creata tra i Matmos e Gianluca Petrella e Michele Rabbia: in pochissimo tempo, hanno creato uno spettacolo mai visto a Young Jazz e, sicuramente, non così facile da vedere in molti festival.” Il direttore artistico spiega come è stato concepito il programma. “Abbiamo pensato a diverse sezioni: la linea dei duo – con il Morna Duo e il duo di Fulvio Sigurtà e Federico Casagrande; la linea dei trii – DOC Trio, Sun Trio, il trio di Roberto Cecchetto e il Chant Trio di Cristiano Calcagnile, ma anche il quartetto di Tittarelli e gli altri ragazzi che hanno suonato nel pomeriggio alla Taverna della Mora; e, infine, ci sono state le formazioni larghe come la Special Edition di Enrico Rava, Sousaphonix di Mauro Ottolini, con la sua particolare sintesi tra rock e tradizione di New Orleans, e l’incontro dei Matmos con Gianluca Petrella e Michele Rabbia, con il quale abbiamo esplorato una direzione cui guardano molti festival europei. Inoltre abbiamo avuto una linea più europea con il Sun Trio, il progetto di Christian Wallumrød e gli irlandesi del Morna Duo.” Giovanni Guidi rivela una novità in cantiere per il 2010. “Probabilmente per la prossima edizione mi prenderò un anno sabbatico come direttore artistico. Stiamo già pensando a un nome che possa prendere in mano il festival. Quest’anno poi ci sono stati moltissimi ragazzi che hanno lavorato per l’associazione e sono stati molto motivati e per l’anno prossimo cerchiamo di crescere ancora in questa direzione.”


Il bilancio finale riassume le varie istanze. “Il tempo ci ha non ci ha penalizzato, ma ci ha fortificato, è la sintesi di Luca Castignani, ha messo alla prova la logistica, ci ha dato molta esperienza in più e insegnato come comportarci in condizioni del genere. Sono molto contento dei complimenti ricevuti dagli amici, dai giornalisti per quello che stato il lavoro e, devo dire sono orgoglioso di come sono andate le cose…”


Giovanni Guidi ribadisce. “Quest’edizione è andata veramente bene: sono soddisfatto dai gruppi che abbiamo chiamato – ho ricevuto quello che mi aspettavo – e abbiamo avuto anche una buona risposta di pubblico.” Il festival è stato presente (o ha cercato di essere presente, tempo permettendo) in nuove ambientazioni per i concerti. “L’idea è quella di raggiungere e coinvolgere sempre più posti qui a Foligno. È una strada che funziona: ad esempio, soprattutto per le jam session, siamo riusciti a intercettare anche persone, che sono capitate per caso ma poi si sono fermate fino alle cinque e il giorno dopo sono venute a un concerto non semplice, come quello di Christian Wallumrød, e gli piace…”