Enrico Pieranunzi – Plays Domenico Scarlatti

Enrico Pieranunzi - Plays Domenico Scarlatti

CAMJAZZ – 7812-2 – 2008



Enrico Pieranunzi: pianoforte




I momenti di contaminazione tra il jazz e la musica cosiddetta “colta” ormai non mancano, né su un versante né sull’altro. Da parte jazzistica, le varie ibridazioni che si sono succedute nel tempo hanno assunto tanto forme estremamente raffinate e irriconoscibili (pensiamo all’influenza che la musica del ‘900 ha avuto su Gillespie), quanto espressioni grezze e quasi ridicole (non mancano anche in Italia, periodicamente, dischi che tentino di swingare Mozart, e altre amenità del genere).


È interessante notare come da qualche anno sia in atto una sorta di “riscoperta dell’improvvisazione originaria”. Ossia: tutti sanno bene che l’improvvisazione non è certo nata in ambito jazzistico, anzi. Famose sono le torrenziali fughe che Bach improvvisava all’organo, ma anche Mozart e Liszt (per citarne qualcuno pescato a caso) erano capaci di improvvisare al pianoforte per ore. Naturalmente, in Italia, il più grande improvvisatore è stato probabilmente Domenico Scarlatti, che – tra l’altro – può vantare un corpus di 555 sonate per clavicembalo.


Comunque, da qualche anno, sia in ambito colto (pensiamo alla pianista sudamericana Gabriela Montero) sia in ambito jazzistico (ovviamente ci riferiamo al presente disco) si riscopre la bellezza di unire la composizione classica a un’improvvisazione senz’altro moderna, ma legata agli stilemi di una determinata epoca. È proprio questo che rende l’operazione di Pieranunzi interessante: l’esecuzione (impeccabile) di alcune sonate di Scarlatti si accompagna a libere improvvisazioni che prendono quei temi – o quelle progressioni armoniche – a modello, per sconfinare però in stili più contemporanei, anche se non legati al jazz. Anzi di jazz, a parte l’improvvisazione (che però, come abbiamo detto sopra, è ben lungi dall’essere prerogativa della musica afroamericana), non c’è quasi nulla, ma è questo che rende il disco pregevole: il rispetto assoluto per l’autore.


Inutile dire, per chiudere, che la tecnica di Pieranunzi è impeccabile e che le sue improvvisazioni sono gustosissime.