Giancarlo Schiaffini & Giovanni Maier – Cruciverba

Giancarlo Schiaffini & Giovanni Maier - Cruciverba

Palomar Records – Palomar 41 – 2013




Giovanni Maier: contrabbasso

Giancarlo Schiaffini: trombone





Un disco in duo, contrabbasso e trombone, ad opera di due musicisti che si conoscono bene per le comuni frequentazioni, ultima delle quali quella all’interno del progetto multimediale E(x)stinzione, realizzato con la “edizione orchestrale” di Enten Eller. Giancarlo Schiaffini è un teorico della composizione estemporanea. È autore, infatti, di “E non chiamatelo jazz”, acuto studio sull’improvvisazione dal mondo classico al panorama contemporaneo. Giovanni Maier è un valido alleato, aduso a cimentarsi in incontri al buio con altri specialisti del non determinato, del non programmato a priori. In queste situazioni può accadere di tutto, poichè nulla è stato preordinato in anticipo.


Il cd è strutturato come dal titolo, Cruciverba. I pezzi sono denominati come gli estremi delle parole crociate: 2 verticale, 3 orizzontale… Manca, però, la definizione atta a suggerire il contenuto delle varie tracce. Spetta al fruitore, apparentabile al solutore più che abile della settimana enigmistica, riuscire ad intuire ed apprezzare quanto elaborano e scompongono, inventano e riscoprono dentro e fuori dagli schemi, questi due campioni della composizione istantanea.


Molto probabilmente, prima di cominciare, i due protagonisti si sono accordati sostanzialmente solo sul metodo di lavoro. Innanzitutto si è stabilito come priorità assoluta il rifiuto dei clichè, anche quelli della free form dura e pura. Non c’è niente di più insipido, infatti, di un dialogo basato su frasi fatte, trite e ritrite, pure nell’ambito della musica libera, fra ricercatori o presunti tali. Si è, poi, operato con orecchie enormi, aperte per l’ascolto reciproco. Senza questa disponibilità a sentire e a seguire l’intuizione del partner non si può arrivare da nessuna parte in questo ambito. È come un gatto che gira su sè stesso per mordersi la coda, in un certo senso. La fatica è tanta, i risultati sono insoddisfacenti per chi offre e per chi riceve (leggasi gli artisti e il pubblico).


Nei quindici brani del cd, si ascolta una musica piuttosto lontana dal jazz normalmente inteso. Scavando in profondità nel colloquio piuttosto indirizzato verso climi dell’avanguardia europea, si possono trovare, però, riterimenti ad un blues primordiale e anche qualche brandello di swing capitato lì non per caso.


Schiaffini dispiega tutta la sua sapienza tecnica ortodossa o eterodossa. Mette in circolo note multiple, lunghe modulazioni dal basso verso l’alto in un’unica emissione di fiato, suoni limpidi e altri scuri. Si lancia in mitragliate di trombone con una concitazione controllata o si quieta in momenti di una dolcezza severa scarsamente utile a confortare. Giovanni Maier è implacabile, per mezzo di strappate di basso o fraseggi geometricamente solidi con l’archetto nella costruzione di impalcature granitiche su cui entra ed esce a piacimento il trombonista.


Non resta che inserirsi nel reticolato timbrico, armonico e melodico creato dai due strumentisti per capire che la soluzione del gioco enigmistico è più agevole di quanto sembri. Occorre essere ricettivi e disponibili verso l’inedito. A questo punto non serve neppure andare all’ultima pagina rovesciata della rivista per sapere la risposta a qualche quesito particolarmente ostico. La soluzione è a portata di mano.