Notturno Mediterraneo

Foto: Andrea Buccella








Notturno Mediterraneo dal vivo.

Pescara, Teatro Massimo – 28.6.2009

Angelo Valori: composizione, arrangiamenti, direzione

Gabriele Mirabassi: clarinetto

Pietro Tonolo: sax soprano, sax tenore

Marco Zurzolo: sax contralto, flauto

Erasmo Petringa: oud, violoncello

Peo Alfonsi: chitarra acustica

Salvatore Maiore: contrabbasso

Antonio Mambelli: batteria, percussioni

Gil Goldstein: pianoforte, fisarmonica


La città di Pescara ha ospitato, a cavallo tra giugno e luglio, i Giochi del Mediterraneo: la rassegna sportiva ha segnato e condizionato anche le idee e le intuizioni degli operatori e degli artisti pescaresi. In questa direzione, Angelo Valori ha dato vita a Notturno Mediterraneo, un progetto musicale per ensemble largo e dalle caratteristiche molto particolari.


Il compositore e direttore pescarese ha infatti guardato al Mediterraneo secondo le proprie cifre stilistiche: temi dalla forte caratterizzazione melodica e dalle tinte soffuse; una visione intimista, legata alle tonalità minori, piuttosto che alle danze popolari e ad esplosioni macchiettistiche. Le composizioni di Valori hanno incontrato il favore e la produzione dell’Egea: l’etichetta ha messo a disposizione del progetto l’Egea Orchestra – in pratica alcuni dei più importanti protagonisti delle sue registrazioni – arricchita in questa occasione dalla presenza del pianoforte e della fisarmonica di Gil Goldstein.


Il concerto del Teatro Massimo, svoltosi proprio nel week-end di apertura dei giochi, ha presentato al pubblico pescarese i brani eseguiti dall’ensemble formato da questi musicisti, alcuni dei quali una vera e propria scoperta per gli spettatori pescaresi. La dimensione sonora della formazione si sviluppa attraverso l’impasto delle tre voci dei fiati e la gestione armonica costruita con la stretta connessione degli strumenti a corda – contrabbasso, oud, violoncello, chitarra acustica. A fungere da raccordo tra i due segmenti del gruppo la fisarmonica e il pianoforte di Goldstein. Questo lo schieramento: la direzione musicale è attenta ai colori e, in particolare, alla combinazione delle tinte e delle sfumature. La visione lirica e poetica delle composizioni si fonda in maniera efficace sulla gestione e sull’orchestrazione operata sulla base del suono: un gioco rarefatto di corde mette in luce la dimensione riflessiva della musica, attraverso la stratificazione delle linee e la disposizione di Petringa, Alfonsi e Maiore a colorare con discrezione il disegno preparato da Valori, a realizzare una voce compatta che, come si diceva in precedenza, si avvale delle tante sfumature apportate dai diversi suoni. La gestione ritmica di Mambelli, rivolta in modo preciso all’apporto espressivo delle percussioni più che alla forza della batteria, completa e valorizza il lavoro della sezione armonica dell’orchestra.


Le voci dei tre solisti, diverse per suono ed approccio, rendono possibile il discorso melodico dei brani su questa base. Mirabassi, Tonolo e Zurzolo possono spingere e raccontare, cantare e incalzare in modo aperto le composizioni. Assolo animati da grande forza espressiva e da estrema lucidità melodica e sviluppati prestando grande attenzione alla concezione generale del materiale. Ad aggiungere ulteriori possibilità sonore, gli interventi solistici e la forte presenza sul palco di Gil Goldstein. Anche in questo caso, soprattutto, nelle parti assegnate dalla scrittura alle sezioni di fiati o ai dialoghi tra i diversi strumenti, Valori mette in evidenza un disegno delicato, dagli angoli smussati: il punto delle sue composizioni diventa, nota dopo nota, incrocio dopo incrocio, la disposizione delle varie pedine, la visione orchestrale realizzata attraverso la possibilità di suddividere le varie necessità della scrittura senza sovraccaricarne nessun aspetto.