Incipit Records – INC 106 – 2009
Luigi Cinque: sassofoni, tammorra, electronics, direzione
Mangia Tiwari: voce
Abdu Abdemarran: voce
Raiz: voce
Badara Seck: voce
Emil Zrihan: voce
Bnet Houariyat: coro ritmico
Gnawa Sidi Mimoum: coro ritmico
Paolo Fresu: tromba
Danilo Rea: pianoforte
Enzo Pietropaoli: contrabbasso
Jivan Gasparyan: douduk
Abdembi El Gadari: guimbri, voce
Abdellatif Oughassal: karabeb, voce
Ali Shaigan: santur
Fulvio Maras: percussioni
Gianluca Ruggeri: marimba, percussioni
Carlo Mariani: launeddas
Francesco Peverini: violino
Prisca Amari: violino
Luca Sanzò: viola
Sonia Romano: violoncello
Una grande quantità di suggestioni ritmiche diverse, derive modali, sonorità ottenute da incroci e reciproche influenze. Tangerine Café mette in mostra subito le intenzioni e lo spirito di Luigi Cinque, sin dal titolo, sin dalla lista dei musicisti chiamati a costituire l’ensemble vario e frastagliato che suona nel disco.
Mediterraneo per elezione, il lavoro di Cinque si pone come terreno intermedio di incontro e di confronto: una stratificazione costante e sempre fertile di suoni e suggestioni – Core amante ne è forse l’esempio più efficace ed evidente – unisce le tante voci che si trovano nel disco in maniera del tutto naturale e priva di compromessi. In pratica ogni strumento, ogni musicista porta la propria voce, le proprie modalità, il proprio stile a confluire nell’alveo di una musica che tutto comprende e tutto rispetta. E’ questo forse il tratto più importante e caratteristico del disco e della concezione stilistica di Luigi Cinque: la presenza contemporanea di tutti questi stimoli permette di sentire, ad ogni ascolto, la prevalenza di un elemento rispetto agli altri, a seconda degli stati d’animo e delle attitudini dell’ascoltatore, chiamato a sua volta a un ruolo “attivo” nell’avvicinarsi alla musica e nel diventare protagonista dei brani.
Rispetto, accoglienza, contatto reciproco e scambio costante di influenze: Tangerine Café riesce a dare una manifestazione concreta dell’apertura e della mancanza di confini e divisioni. La lista dei musicisti coinvolti rivela, oltre alla fama e alla bravura dei protagonisti, anche la capacità di poter far confluire stili diversi all’interno di un terreno comune: quartetti d’archi e ritmi africani, il jazz e la voce di Raiz. Luigi Cinque sfrutta con estrema lucidità ogni ingrediente e il risultato diventa sempre maggiore della semplice somma dei singoli addendi per una musica ricercata ed espressiva, vitale e profondamente intima.
Allo stesso modo risalta forte la dimensione narrativa, cinematografica, della musica di Cinque: scenari, immagini di viaggio, ricordi personali, atmosfere si sposano in modo immediato come colonna visiva dei brani contenuti in Tangerine café. Un atteggiamento compositivo estremamente connaturato con la scrittura del sassofonista, ampliata in modo ulteriore dalla regia musicale con cui i tanti personaggi entrano ed escono tra le quinte e i cambi di scena disposti dal sassofonista.
Nel CD è contenuta la traccia video di Officina Mediterraneo, documentario-concerto sul Mediterraneo e le sue implicazioni culturali realizzato con immagini, suoni, interviste, cronache, pensieri sul Mediterraneo. “All’interno di uno spazio scenico riusciamo a ricreare incontri di lingue diverse, di culture diverse, di stili differenti che insieme formano quella che può essere anche un’ipotesi di linguaggio di fine millennio”. Queste sono le parole che Luigi Cinque utilizza, nell’intervista presente nel documentario, per spiegare le motivazioni e lo sviluppo del progetto ed rappresentano, con estrema precisione, anche lo spirito che anima con estrema coerenza il percorso di Tangerine Café.