Mario Nappi – Thank You

Mario Nappi - Thank You

Dodicilune Dischi – Ed306 – 2013




Javier Girotto: sax soprano e baritono

Mario Nappi: pianoforte, fisarmonica

Alessandro Stellano: contrabbasso

Luca Mignano: batteria

Martina Nappi: voce, flauto

Federico Luongo: chitarra

Davide Costagliola: contrabbasso

Sergio Di Natale: batteria





La musica di Thank You la senti che si avvicina di soppiatto, con discrezione, quasi che non debba arrecare disturbo. Si pone in maniera semplice, diretta, come quelle piante che crescono lentamente giorno dopo giorno, e ci si accorge di loro solo dopo che hanno coperto l’intera parete. L’arte di Mario Nappi somiglia a quel tipo di piante. Il suo pianismo, le sue composizioni, danno l’impressione di accarezzare le superfici, di sfiorarle, di evitare qualsiasi contatto fisico.


Naturalmente è solo un’impressione perché bastano pochi ascolti per rendersi conto che quelle melodie ti sono entrate nella testa e le stai elaborando. Il suo tocco delicato – impreziosito da una nostalgica vena blues e dai colori mediterranei – moderno, fatto di poche note profondamente melodiche, ti seduce al primo istante. Canzone Appassiunata, brano d’apertura del disco è anche la summa di tutto questo. È una ballad, eseguita in trio, carica di pathos e tensione narrativa. Forse, il pezzo più bello del cd. Thank You, la title track, si apre sulla scia del precedente, ma ha un profilo più arioso, orchestrale, con la voce di Martina Nappi e il soprano di Girotto che si libra con insistenti fraseggi e volute di alta scuola. È sempre il sassofonista in un soliloquio al soprano ad aprire Bon Aurio, una ballad intensa che rievoca melodie argentine cadenzate dal pianismo di Nappi, sincrono con il basso e la batteria. Il disco procede con favore di vento, le composizioni di Nappi si ritagliano spazi all’interno di un progetto che con Girotto collega due porti e due mondi di eguale sensibilità. La musica enigmatica de Il Dubbio di Medea si stempera nella fresca composizione intitolata Flowers, una tavolozza di colori dove il sax di Girotto ha le sembianze di una farfalla che salta di qua e di là tastando fiori fatti di brillanti cromie. Forse quello È Il Senso della Vita e Nappi lo suona con “saggezza popolare” alla fisarmonica. Il mainstream di My Secret Place, un pezzo bluesy, rinforzato dalla chitarra di Luongo e dalla ritmica di Sergio Di Natale, prepara la svolta finale di Memories of Pain. Il brano chiude in dolcezza, una sorta di title track filmica, il primo trailer musicale di Mario Nappi, la prova da leader. Girotto ne screzia i colori al baritono dandogli un tono nostalgico, da ricordi sognati.