Daniele Di Bonaventura – Nadir

Daniele Di Bonaventura - Nadir

Tuk Music – 2013




Daniele Di Bonaventura: bandoneon, pianoforte

Marcello Peghin: chitarra 10 corde

Felice Del Gaudio: contrabbasso

Alfredo Laviano: batteria

Yuri Goloubev: contrabbasso

U.T. Gandhi: batteria





“Nadir è il mio primo doppio album che racchiude tutto il mio mondo espressivo”. Le parole di Daniele Di Bonaventura riassumono al meglio il contenuto di Nadir, suo ultimo lavoro. Crediamo, sinceramente, che questo disco non abbia bisogno di essere spiegato. È da prendere a scatola chiusa. Raggiunge livelli di perfezione artistica da far invidia alle migliori produzioni ECM. Stefano Amerio l’ha curato con professionalità e passione e i risultati si odono.


Di Bonaventura ha dispiegato la sua arte in due dischi: uno suonato in quartetto al bandoneon; l’altro in trio al pianoforte. Le composizioni, nella quasi totalità scritte da lui, si muovono tra il jazz, improvvisato e la musica etnica, contenendo una non trascurabile presenza di elementi folk. Ascoltandolo si percepisce il grande lavoro che c’è dietro, la costruzione lenta e ponderata di pezzi che hanno sconfitto il tempo (Litania) e che si apprestano a diventare dei piccoli gioiellini compositivi (Maria e Il Mare, Nadir, Kyrie Eleison, Giochi Tonali, Movimento Andino, Corale). Indubbiamente tra i suoi dischi, qualitativamente sopra gli standard, è il più riuscito e completo che abbia inciso.

C’è una perfezione, non solo formale, nell’interazione tra musicisti che lascerebbe presupporre una comunicatività telepatica tra loro.
Ogni intervento è dosato chirurgicamente, ognuno sa quale parte cominciare e portare a termine con successo nonostante aleggi la variante improvvisazione. Nel primo disco può venire facile perché i quattro, Peghin, Del Gaudio e laviano, suonano insieme da lungo tempo, ma non c’è scostamento alcuno anche nel secondo, data la bravura e sensibilità di Yuri Goloubev e U.T. Gandhi, partner un po’ più “freschi”. Nadir è un disco dai toni leggeri, camerali, in cui domina una quiete al limite della meditazione. Ogni nota è ponderata e carica di significati, tingendosi a tratti anche di emozionante lirismo. I musicisti snocciolano assolo che somigliano più a decantati versi poetici che a note carpite da un pentagramma. Nadir è un’entità proteiforme che si adatta e modifica l’umore dell’ascoltatore, perché possiede la forza gentile di chi è cosciente che la musica è la medicina dell’anima (Preghiera).


Altamente consigliato!