Fabrizio Gaudino – Wheeler’s Mood

Fabrizio Gaudino - Wheeler's Mood

Abeat Records – ABJZ 120 – 2013




Fabrizio Gaudino: flicorno

Diana Torto: voce

Roberto Cipelli: pianoforte

Attilio Zanchi: contrabbasso





Nel ritrovare le serene onde e le peculiari ispirazioni di un personale maestro degli strumenti d’ottone, il rispettoso emulo Fabrizio Gaudino anche nella composizione di line-up palesa nessi di pertinenza, convocando la vocalist Diana Torto, più volte partner del dedicatario Kenny Wheeler, nonché i due strumentisti, forti della militanza nel quintetto di Paolo Fresu, titolati dunque nelle esposizioni di originali punti di vista della tromba.


La linea germinativa dell’ormai ottantenne ma tuttora attivo maestro, che fu peraltro influente animatore della scena free britannica ove si spese intensamente dagli anni ’70, viene qui espunta dalla sua seconda e più notoria “anima”, improntata ad un personale ed eloquente lirismo, maturato in buon parte grazie alle estese pratiche orchestrali, il tutto lungo collaborazioni e partecipazioni discografiche quantitativamente sterminate, e probabilmente nemmeno ben quantificabili.


Qui alternando la scrittura dei quattro solisti con due capisaldi wheeleriani, Miold Man e Consolation, omaggiando con dedica “civile” lo scrittore e opinionista Saviano (OnaivaS) – e, intuitivamente, il grande veterano in YnneK) – vi è, e persiste, in Wheeler’s Mood una coerente sequenzialità che s’abbevera degli umori più serotini per lasciar fluire stati di cantabilità anche più solitari, e egualmente pregni di calorosa vena comunicativa, e il quartetto animato da Gaudino su piattaforma drumless (soluzione comune alle predilezioni del canadese) procede per esposizione fluente e tepori umorali, trovando continuità ed elementi di stile nella sua filante sinergia, e la navigazione programmaticamente piana dei quattro è vivificata dalla prestazione vocale, di strutturata gamma e convincenti inflessioni e timbriche americaneggianti, a doppiare la discorsività coerente di tromba e flicorno, che particolarmente col tepore brunito di quest’ultimo riprende dalla musicalità di Wheeler le inflessioni di più soffuso velluto, contenendo incongrue dilatazioni di volume e, giocando atmosfericamente sulle tonalità del modello, si mantiene rispettosa e onesta almeno nel non surrogarlo.