Andrea Pozza Trio: A Jellyfish From The Bosphorus in concerto

Foto: Donato Aquaro










Andrea Pozza Trio: A Jellyfish From The Bosphorus in concerto.

Genova. Museo d’Arte Orientale – 16.7.2013

Andrea Pozza: pianoforte

Aldo Zunino: contrabbasso

Shane Forbes: batteria


Andrea Pozza è entrato sulla scena del jazz giovanissimo, seguendo le orme del padre pianista. Per questo vanta una carriera trentennale, in cui ha suonato da sideman con molti grossi personaggi italiani e statunitensi. Due nomi su tutti: Gianni Basso e Charlie Mariano. Anche da leader ha inciso una serie di dischi piuttosto consistente, nelle più diverse compagnie. Il suo ultimo cd si intitola A Jellyfish from the Bosphorus e nel mese di giugno e luglio si sono organizzati concerti in parecchie sedi per presentarlo in maniera adeguata.


A Genova, il 16 luglio, si è scelta una sala all’interno del Museo d’arte orientale. La temperatura percepita, in una serata di per sé molto calda, era attorno ai quaranta gradi. Malgrado le difficoltà ambientali, la performance si è sviluppata in scioltezza, concedendo un attimo di freschezza, di refrigerio mentale, almeno, per spettatori peraltro ben disposti nei confronti dell’enfant du pays. Andrea Pozza ha avvertito l’interplay con i suoi concittadini e ha sfoggiato le sue qualità di musicista e di volenteroso intrattenitore. Non è un imbonitore, né un esibizionista. Ha un carattere piuttosto riservato, ma sa essere piacevolmente ironico e tenere l’attenzione, pur non ricorrendo ad artifici spettacolaristici.


Il concerto si è evoluto pescando a piene mani dalle ultime composizioni del cd citato, ma ha riguardato anche altri temi originali o standards del suo repertorio abituale. Il suo solismo è brillantemente “in the tradition”, senza che questo significhi un appiattimento su un mainstream routiniero e ripetitivo. Quando suona Lush life o In a sentimental mood si comprende che vuole interpretarli una volta di più, scovando “certi angoli segreti” come dal titolo del più famoso brano di Enrico Rava (suo partner in un duo tutt’ora in attività). Il pianista tende, cioè, a inquadrare i motivi da una prospettiva in costante aggiornamento.


I suoi temi contengono melodie schive, ben armonizzate, su cui si aprono spazi solistici del pianoforte, scintillanti, mai debordanti o fuori registro.


Aldo Zunino è sempre più convinto dei suoi mezzi. In questa situazione approfitta della libertà d’azione e di invenzione a suo vantaggio, per sfoderare una bella cavata profonda sul contrabbasso e restare ogni volta sul pezzo, con una concentrazione palpabile e un approccio rilassato allo stesso tempo.


Shane Forbes è batterista sullo stile di Joe Chambers o di Gerald Cleaver, specialista, cioè, nell’accompagnamento morbido, ma pulsante sui piatti. Solo quando esce in assolo, pesta su cassa e tamburi con decisione ed energia.


Dopo un’ora e mezza di musica, si chiude un concerto accolto con favore da parte di un pubblico che attribuisce un caloroso applauso finale ad un pianista e compositore uscito da tempo dall’ambito regionale per proiettarsi in una più consona dimensione europea e internazionale.