Ideasuoni Edizioni Musicali – IDE083 – 2013
Gianluca Caporale: sax soprano, sax tenore, loop
Massimiliano Coclite: pianoforte, tastiere
Glauco Di Sabatino: batteria
Giamagla ruota intorno ad alcuni cardini ben precisi. L’intenzione di Gianluca Caporale di esplorare territori espressivi più moderni. La consuetudine a condividere gli spazi musicali che unisce, sia pure in contesti differenti, Caporale, Massimiliano Coclite e Glauco Di Sabatino da cui scaturisce la confidenza a suonare insieme in trio senza la presenza del basso. Da questi presupposti, chiari e consolidati nel tempo, nasce la voce energica del trio, guidata con stentorea determinazione dai sassofoni e sostenuta dal grande lavoro di tastiere e batteria.
Gli spazi lasciati liberi dall’assenza di un bassista vanno a costituire l’approdo per le frasi dei tre: l’idea prevalente è quella della comodità dell’espressione, più che quella di riempire o di dover riempire gli spazi. La musica è sempre sostenuta, adrenalinica, energica ma le tensioni difficilmente superano i punti di rottura proprio per la possibilità di movimento offerte dalla conformazione del trio. E, se Massimiliano Coclite compie un lavoro di grande livello nel ribadire sulla tastiera le linee del basso, non viene certo lasciato solo dai suoi “compagni di viaggio”: ognuno sa di poter correre dietro la propria idea, perchè questa verrà sostenuta, completata e rilanciata da quelle degli altri. In termini sportivi si potrebbe definire amalgama, affiatamento: nel nostro caso, si delinea grazie all’intreccio continuo delle risposte, grazie ad un costante ascolto interno al trio.
Un discorso analogo può valere per i suoni e la grammatica utilizzata dai tre. I riferimenti partono dal jazz elettrico degli anni settanta per arrivare alle esperienze più attuali, dall’incontro con il rock e dalle strutture articolate della fusion per arrivare al groove, alle contaminazioni di ritorno della black music e del funk e, infine, alle manipolazioni elettroniche dei suoni. Il tutto combinato con l’approccio maturo e la reciproca confidenza, con la visione melodica e le incursioni nelle tradizioni del jazz. Il trio innesca, infatti, un gioco di rimandi tra i riferimenti citati sopra e le varie maniere di confrontarsi con la tradizione – vale a dire, le proprie e quelle utilizzate negli anni dai musicisti presi come riferimento – per un gioco di sponde che sfrutta in maniera efficace il postulato di Lavoisier – “nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma”, per intenderci – per attraversare le situazioni proposte dalle nove tracce con personalità e rispetto di quanto già ascoltato nel corso degli anni.
E, per quanto il disco venga “firmato” da Caporale, il titolo rende onore alla visione trilaterale della musica – Giamagla, infatti, è l’unione delle sillabe iniziali dei nomi dei tre protagonisti – e mette in risalto come l’interplay e il dialogo siano alla base del lavoro e siano connaturati in modo funzionale all’agilità della formazione.