Fabio Turazzi, la Bovisa New Orleans Jazz Band e Louis Armstrong

Foto: da internet










Fabio Turazzi, la Bovisa New Orleans Jazz Band e Louis Armstrong.


Classe 1940, banjoista della Bovisa New Orleans Jazz Band: Fabio Turazzi è venuto a trovarmi a casa e mi ha raccontato diversi episodi della storia di questa longeva band e, poi, di quella volta in cui si sono trovati ad accompagnare Louis Armstrong per una sua esibizione nella RAI di allora.



Jazz Convention: Quando è nata la Bovisa New Orleans Jazz Band?


Fabio Turazzi: Suoniamo un genere che si può chiamare New Orleans Today, un genere che si ispira a come suonano ancora oggi i musicisti provenienti dalla Crescent City. Nel 1958 io suonavo con il trombonista Luciano Invernizzi e con il trombettista Giorgio Blondet: ci siamo messi insieme a un gruppo di giovani musicisti della comunità ebraica di Milano, c’era Sergio Della Pergola al pianoforte, e da questa unione è nata la Bovisa.



JC: Dove suonavate?


FT: Abbiamo suonato fissi per due o tre anni al club La Speranza, una sala da ballo storica qui di Milano. Poi abbiamo suonato alla Taverna Greca del Thanassis e, in seguito, abbiamo suonato per lungo tempo alle Scimmie. Adesso sono un po’ di anni che siamo fissi al Caffè Doria, il Jazz Club dell’omonimo grand hotel.



JC: Tu hai avuto occasione di suonare con Armstrong nel 1968, l’anno in cui si esibì al Festival della Canzone Italiana di Sanremo. Il trombettista venne invitato in una trasmissione qui a Milano… raccontaci cosa è successo.


FT: La trasmissione più importante della domenica pomeriggio veniva realizzata qui negli studi di Milano e la parte musicale veniva condotta dall’Orchestra diretta da Gorni Kramer. L’orchestra in quel giorno dovette accompagnare Armstrong che era qui senza il suo gruppo ma era venuto da solo… per fortuna, così hanno chiamato noi: abbiamo dovuto imparare i brani, abbiamo avuto modo di conoscere Kramer. Il Maestro ha curato gli arrangiamenti del brano e ci ha aiutato a imparare tutti i passaggi. Dopo di che siamo andati in trasmissione con Armstrong e poi abbiamo continuato a suonare con lui in camerino perché non si poteva fare a meno di suonare qualcosa di più.



JC: Come era Armstrong? È stato amichevole e simpatico come viene descritto…


FT: L’impressione che ci fece era esattamente quella che si vede nei filmati, scherzoso, rilassato, divertente. In trasmissione suonammo Grassa e Bella, brano composto da Leo Chiosso e Gorni Kramer, e Mi va di cantar, la canzone con cui aeva parteicpato a Sanremo in coppia con Lara Saint Paul. Naturalmente lui era come Re Mida, trasformava in oro tutto quello che toccava: erano delle canzonette davvero semplici, in mano a lui diventavano tutt’altra cosa.



JC: Il nuovo disco della Bovisa come si chiama?


FT: Si chiama Teddy Fullick and the Bovisa New Orleans Jazz Band. Teddy Fullick è un trombettista inglese: lo abbiamo invitato nell’estate del 1969 per fare qualche data con noi e invece poi si è trattenuto quasi tre anni a Milano. Poi è tornato in Inghilterra, ma ci siamo sempre mantenuti in contatto, durante questi annui, chiamandolo come ospite nei nostri concerti: i brani che abbiamo pubblicati sul disco li abbiamo registrato insieme a lui nel periodo che va dal 1969 al 2009.



JC: Lo stile resta sempre quello gioioso e coinvolgente di New Orleans: potremmo definirla una musica popolare che affonda nella tradizione?


FT: A mio avviso si, il jazz che possiamo indicare come New Orleans Today è una musica dalle forti connotazioni folkloriche.