Il Deutsches Jazzfestival Frankfurt in diretta web su Arté Live Web

Foto: dalla diretta streaming










Il Deutsches Jazzfestival Frankfurt in diretta web su Arté Live Web.


Alla fine, si potrebbe dire, è come vedere un concerto in televisione. E, per molti aspetti potrebbe essere così. D’altronde già la televisione porta nelle case degli spettatori avvenimenti che succedono altrove. Eppure l’operazione di rilanciare in diretta via web la quarantaquattresima edizione del Deutsches Jazzfestival Frankfurt, che si tiene nella città tedesca dal 24 al 26 ottobre 2013, porta diversi spunti di riflessione e di modernità.


Non è di sicuro la prima volta che un evento viene trasmesso in diretta via web. L’operazione attuata da Arté sulla sua piattaforma jazzfestival.arte.tv propone una copertura complessiva e capillare del festival. Oltre alla diretta dei concerti, vengono proposti materiali multimediali, interviste, fotografie, integrazioni con i profili soundcloud dei vari artisti e con quello della rete che riporta la storia dei sessant’anni del festival. E fino alla fine di gennaio le registrazioni integrali dei concerti restano a disposizione del pubblico.


In pratica l’evoluzione naturale di una comunicazione integrata tra i vari mezzi a disposizione arriva ad offrire in maniera completa e parallela un servizio all’utente che riceve sul suo computer la diretta del concerto. Si affiancano la qualità della ripresa televisiva e la possibilità di avere le notizie offerte dalla rete. Certo, bisogna ricordarsi di collegare il proprio PC a un impianto di diffusione più potente rispetto alle casse di un portatile, oppure dotarsi di un televisore connesso alla rete e, possibilmente anche all’impianto stereofonico, oppure fare i conti con la fluidità della connessione, cosa che nel caso specifico non ha dato problemi. Un altro elemento da tenere a mente è il differente atteggiamento che si ha di fronte al PC e alla televisione: sul computer siamo abituati a un ruolo più attivo e, quindi, la capacità di rimanere fermi a guardare, tipica della fruizione televisiva, viene meno, l’attenzione a quanto si guarda si applica in maniera completamente diversa. Come in televisione si diceva all’inizio: ma se consideriamo bene, non è che di concerti in televisione – in diretta e in prima serata, per di più – se ne vedano chissà quanti. E la moltiplicazione, la crescita esponenziale direi, dei mezzi a disposizione permette invece di ritagliare un proprio percorso di ascolto e visione del tutto personalizzato.


La trasmissione via web consente, inoltre, una apertura più libera al collegamento e così abbiamo modo di entrare nella Sendesaal des Hessischen Rundfunks di Francoforte, vedere il pubblico accomodarsi, aspettare che le luci si spengano, capire quello che avviene in teatro in modo forse più rilassato rispetto a quanto avviene nel caso televisivo, dove, in caso di collegamento, abbiamo gli inviati che devono riempire tempi e spazi secondo la grammatica del mezzo. Il collegamento si apre direttamente sul palco come lo vede chi entra in sala. Invece un riflesso sul festival – di stampo televisivo, per così dire – è quello del rispetto degli orari per far si che tutto il meccanismo funzioni a dovere: nel festival di Francoforte non si sono creati problemi riguardo a questo, applicare questa stessa pratica a molti festival italiani non è così immediato.


Per quanto riguarda la musica, il festival propone un programma variegato con alcuni grandi capaci, come Dave Holland, Pharoah Sanders o Tomasz Stanko, di guardare in maniera progettuale e mai statica all’evoluzione del proprio linguaggio ed esperienze variamente elettriche ed elettroniche a manifestare il titolo della rassegna, Bits’n’Bytes, come il concerto della Jan Peter Schwalm’s Endknall a cui si è aggiunta l’esperienza di Eivind Aarset oppure il concerto di apertura del giovedì con Guillaume Perret & The Electric Epic e le due esibizioni della hr-Bigband, la prima sul repertorio dei Kraftwerk e la seconda con un musicista felicemente trasversale e difficilmente riconducibile all’interno degli steccati di genere come Ibrahim Maalouf.