Claudio Fasoli – Patchwork

Claudio Fasoli - Patchwork

Caligola Records – Caligola 2162 – 2012




Claudio Fasoli: sax tenore, sax soprano

Michele Calgaro: chitarra elettrica

Lorenzo Calgaro: contrabbasso

Gianni Bertoncini: batteria, effetti elettronici





Claudio Fasoli appartiene a quella genie di musicisti che hanno al loro interno, innata, una grande capacità di rinnovarsi, di non fermarsi sulle glorie, ma continuare, curiosi, a ricercare nuovi suoni e strade per alimentare il loro eterno working progress. È il caso di quest’ultimo disco intitolato Patchwork. Il sassofonista veneziano ripresenta Il quartetto, già collaudato con l’ottimo Avenir, e sfodera un disco d’inaudita freschezza, modernità e rigore, caratteristica, quest’ultima insita nella personalità di Fasoli. Il rigore è la dinamica della sua musica, è la ricerca di perfezione e nello stesso tempo d’innovazione.


Nella filosofia sonora di Fasoli nessuna nota va sprecata, la creazione è sferica, inattaccabile e perfetta. Dietro c’è pensiero ma anche improvvisazione e decisioni immediate. La timbrica è il suo marchio di fabbrica e la sua carta d’identità. C’è tutto questo in Patchwork, sin dai primi vagiti di Bee, che altro non è se non una perfetta progressione di note “ronzanti” che materializzano il tema. Ma si farebbe un errore se attribuissimo in esclusiva la riuscita del disco solo a Fasoli. Lui ci regala magnetismo, composizioni costruite ad arte, innovative ed estremamente moderne, come Never Mind, dove il soprano perfora lo strato elettrico creato dalla chitarra di Calgaro e si invola tra gli squarci dimensionali; oppure Kind of Her, in cui un tenore “parsimonioso” si affida alla sensibilità dialogica di Bertoncini e alle peripezie armoniche della chitarra, per definire la forma narrante. E poi c’è Duet, un sognante inno alla libertà, un’arrampicata improvvisata verso vette sconosciute. La tessitura di Patchwork si completa con la scoppiettante Short Wave e la melodica My Father’s Eyes, due composizioni di Lorenzo Calgaro, che vanno ad aggiungersi all’impalpabile e sofisticata Protocol di Bertoncini e all’acustica e raffinata Blizzard di Michele Calgaro.


Loro non sono rattoppi ma tessuti preziosi dell’ordito fasoliano, episodi topici di un disco di JAZZ!