Silvia Bolognesi Almond Tree – Il Mandorlo

Silvia Bolognesi Almond Tree - Il Mandorlo

Fonterossa Records – 2013




Silvia Bolognesi: contrabbasso

Tony Cattano: trombone

Pasquale Mirra: vibrafono

Daniele Paoletti: batteria

Marco Colonna: clarinetti





Silvia Bolognesi concentra la sua attenzione in questo suo nuovo lavoro sul ritmo e sulle sue varie declinazioni. Il fil rouge che sottende al lavoro è la combinazione della voce della formazione con alcune strutture ritmiche di matrice sudamericana: tutto questo senza rinunciare alle chiavi presenti nel precedente Large, realizzato alla guida dell’Open Combo, e senza rinunciare nemmeno ad alcune esplorazioni più radicali, sia singole che collettive.


Sulla scorta di un gruppo di musicisti ormai amalgamato da diverse prove in comune e in contesti diversi, la contrabbassista riprende innanzitutto l’impianto sonoro che caratterizza ormai con buona identità il suo percorso. Fiati, in questo caso il trombone di Tony Cattano e i clarinetti dell’ospite Marco Colonna, e ritmica connessi dalle armonie realizzate per mezzo del vibrafono: una line up che sfrutta al tempo l'”ordine costituito” dei ruoli e gli spazi lasciati da uno strumento meno invasivo rispetto al pianoforte o alla chitarra nella definizione dell’armonia. La ritmica – soprattutto lo sfaccettato approccio batteristico di Paoletti – approfitta di questi “interstizi” per definire meglio un ragionamento paritario che possa spostare quelle gerarchie tra i ruoli, cui si accennava poco sopra, e suddividere oneri e onori della conduzione musicale: un obiettivo portato a compimento attraverso la composizione da una parte e l’attitudine dei musicisti, dall’altra.


Immediatamente successivo è il ragionamento sulle combinazioni timbriche. L’incrocio di vibrafono e trombone, che si allarga, poi, con gli interventi del clarinetto, il riflesso dei suoni metallici del vibrafono e dei piatti della batteria, il confronto tra i legati proposti dal manico fretless del contrabbasso e dalla coulisse del trombone. In questo senso si realizza ancora meglio il discorso collettivo e democratico della formazione. E se, all’interno dei brani, i musicisti trovano spazi per improvvisazioni in solo, per slanci estremi, il disegno ordito mantiene un legame coerente con le intenzioni complessive del lavoro. In pratica la linea seguita può diventare informale, fluida ma non arriva mai a perdere il rispetto di quanto costruito dalla formazione e di quanto predisposto e coordinato da Silvia Bolognesi, autrice di tutte le composizioni, a parte tre titoli a firma di Mirra, Colonna e Cattano. La libertà viene applicata al complesso del lavoro: in questo conta, e parecchio, la conoscenza reciproca tra i musicisti, la possibilità della compositrice di sapere come e dove agiranno i vari solisti, sia quando si lanciano nelle proprie evoluzioni che quando interpretano le linee tracciate da scrittura e arrangiamento.