Warner Music – 2013
Stacey Kent: voce, chitarra
Jim Tomlinson: sax tenore, sax soprano, flauto, arrangiamenti
Graham Harvey: pianoforte, fender rhodes
Jeremy Brown: contrabbasso
Roberto Menescal: chitarra
John Parricelli: chitarra
Matt Home: batteria
Joshua Morrison: batteria
Raymundo Bittencourt: ganzà
Stacey Kent è da diversi anni sulla cresta dell’onda di un successo popolare che l’ha portata a vendere vagonate di cd e ricevere premi in ogni parte del globo. La sua voce, che pare minuta come il suo fisico, riesce ad essere espressiva, a creare immagini ed evocare storie che sa come raccontare attraverso un plurilinguismo congenito (inglese, portoghese e francese). Il suo non è un jazz inquietante, che invita alla riflessione, che ti tiene lo stomaco in tensione cercando di carpirne ogni spunto e invenzione. È la faccia gentile, tranquillizzante e a tratti pop, di una musica che si bagna nei ritmi brasiliani della bossa nova sdoganati dal grande Stan Getz e da lui dipendenti come chiave di lettura di alcuni episodi di The Changing Lights.
Jim Tomlinson è il master chef di questo disco, colui che ha prodotto e curato la gran parte degli arrangiamenti, piegato i suoni alla voce e ai sussurri intimistici della Kent e costruito una parte delle liriche, The Summer We Crossed Europe In The Rain, Waiter, Oh Waiter, The Changing Lights, con il grande scrittore Kazuo Ishiguro, e collaborato ad altre composizioni d’autore come Mais Uma Vez, A Tarde e alla francese Chanson Legere. Accanto a questo repertorio si agganciano alcuni must della bossa nova, This Happy Madness, One Note Samba e l’irresistibile How Insensitive, riprodotti con tenera passione dalla voce suadente e nostalgica della Kent.
Ma il disco non è finito qui. Ammirevole è il dialogo in portoghese tra la Kent e la chitarra di Menescal in O Barquinho; oppure la versione, favolistica e controllata, di Smile. Anche il “pop” di Like a Lover diventa un episodio a più voci, dove le musiche acquistano una dimensione simil orchestrale, esaltandone le liriche, prima di finire nelle cadenze notturne e cinematografiche di The Face I Love. The Changing Lights è un disco conciliante, tecnicamente perfetto, suonato da ottimi musicisti, e fortemente personalizzato dalla svettante e poliedrica personalità della Kent, che riesce a dominare le trame musicali di Tomlinson e imporre la sua innata capacità di raccontare storie che superano il carattere intimistico per diventare voce narrante di immaginari, e sentimentali, viaggiatori (The Summer We Crossed Europe In The Rain).