Nicola Fazzini Quartet – Metamorfosi

Nicola Fazzini Quartet - Metamorfosi

Caligola Records – Caligola 2176 – 2012




Nicola Fazzini: sax alto

Riccardo Chiarion: chitarra alettrica

Stefano Senni: contrabbasso

Luca Colussi: batteria






Di particolare sensibilità verso l’avanguardia (vedansi tra le più recenti esperienze le prove in seno ad Idea F e Try Trio), l’altista Nicola Fazzini si ripropone anche nella propria disposizione verso la scrittura, con evidente investimento, stando al premesso intento di «sviluppare una forma compositiva lunga e articolata partendo da alcuni elementi semplici, minimali; un’unica scala che subisce diverse “metamorfosi” di volta in volta ritmiche, melodiche, armoniche», particolarmente lungo le tre seriali Metamorfosi. Punta quindi sulle disturbanti prospettive escheriane, rispettate nel clima dei titoli, particolarmente trascinanti per sviluppo e di geometrie prismaticamente mobili, per planare sull’apparente quiete di Low Moon e Swan Song, di particolare sensibilità verso l’articolazione solistica, ponendo centralmente un pezzo forte di un patriarca del tenore, la lirica Black Narcissus di Joe Henderson.


A seguire l’impegno già profuso nel precedente Watch your Step, il quartetto ricalca modalità e influssi transoceanici, plasmando un sound solido, nobilitato da quanto già sedimentato sulla scena nordamericana dei più recenti decenni, verso cui il quartetto palesa concreta sintonia e mimesi stilistica.


Prosegue per diversificazione il catalogo di Caligola, nel presente caso devoluto ad un’ordinata formazione di più spiccata propensione verso un neo-bop d’influsso fusionista, incentrato su imbastiture solide e flussi discorsivi ove emergono le duttilità e pastosità di fraseggio di Fazzini, che trovano mobile sponda nelle concentrate sei corde elettriche di Riccardo Charion e fondamento sulla sezione ritmica strutturata e propulsiva intessuta tra il drumming versatile di Luca Colussi e la disposizione vocale del basso di Stefano Senni.


Tutti e quattro i componenti manifestano abilità d’intervento e individuale gusto per il cesello, mantenendosi entro un solco ancorato sulla tradizione, ma non mancando d’infondervi personali partecipazione e capacità inventiva.


Dell’album è stata posta on-line un’approfondita disanima teorica, che potrà risultare tecnicista all’ascoltatore generalista, ma apprezzabile almeno per l’enfasi posta sulla determinazione di “sottoinsiemi armonico-melodici” e sulla forma improvvisativa “ad albero”, salienti nel rilanciare la dualità solistica sax-chitarra (e in certi momenti il contrappunto a tre con il contrabbasso), e certo argomenta ulteriormente il valore del contributo personale del compositore, nonché abile leader della solida tenuta delle uscite solistiche, oltre che regista del non effimero sviluppo architettonico d’insieme.