Gli Aperitivi in Jazz del Teatro Carlo Felice di Genova – Autunno 2013

Foto: Giulia Guidi dal sito di Stefano Onorati










Gli Aperitivi in Jazz del Teatro Carlo Felice di Genova – Autunno 2013.

Genova, Teatro Carlo Felice. 7.11.2013/19.12.2013


Il Teatro Carlo Felice, prestigioso palcoscenico della stagione operistica e sinfonica genovese, ospita, in un’iniziativa globalmente denominata Fuori teatro, una serie di appuntamenti con cadenza bimensile sotto il titolo di Aperitivi in jazz. Nell’elegante foyer vengono servite varie prelibatezze gastronomiche, mentre in fondo alla sala si esibiscono gruppi legati ad un jazz di qualità ma di ascolto non troppo impegnativo, appetitoso e di facile digeribilità, si potrebbe dire, ricalcando lo specifico della rassegna. Vale a dire, sentire musica e gustare piatti stuzzicanti contemporaneamente.


Il 7 novembre il sipario si apre sul trio di Stefano Onorati. Il pianista toscano riprende diversi brani dal suo ultimo cd Live at Venezze, spaziando da temi dei Genesis, a Kenny Wheeler, a Solar di Miles Davis, alla Blues connotation di Ornette, non trascurando pezzi originali. Dotato di un bel tocco sulla tastiera e di un tipo di approccio sullo strumento derivato più o meno direttamente dalla lezione di Bill Evans, il musicista si impone per un discorso melodico coerente e coeso e una predilezione per le atmosfere dolci, non sdolcinate. Non difetta pure un salto nel progressive rock d’autore, per far capire da dove è cominciato un determinato percorso, per dilatarsi, a grandi linee, a tutta la tradizione romantica o neoromantica dagli anni sessanta in avanti. Accanto a lui Stefano Senni e Walter Paoli costruiscono un accompagnamento attento alle sottigliezze, alle microvariazioni di clima, o sostengono adeguatamente il ritmo nei pezzi un po’ più movimentati.


Un pubblico non particolarmente numeroso decreta, comunque, un buon successo al debutto di Aperitivi in jazz.


Il 20 novembre torna nel capoluogo ligure Riccardo Arrighini, pianista specializzato nella rilettura in jazz del repertorio lirico e sinfonico, principalmente del nostro paese. Ormai è una sua scelta estetica consolidata da parecchi anni, come lo testimoniano dischi e concerti dedicati a Vivaldi, Verdi o Puccini. A Genova, Arrighini prova sfide ancora più ardue, cimentandosi con Chopin, Wagner e Beethoven, oltre a riproporre suoi autentici cavalli di battaglia. L’artista livornese ama la tradizione colta e non vuole in alcun modo travisarne il carattere. Nelle sue esecuzioni si riconoscono chiaramente l’andamento, lo specifico dei motivi classici, trattati, però, con tutto il rispetto dovuto, dalla personalità di un jazzista. Si passa, infatti, senza stacchi stilistici apprezzabili dalla ripresa quasi letterale di un’ouverture, di una ballata, vecchie di tre secoli e immortali, ad abbellimenti, variazioni sincopate sulle stesse arie provvisti di una logica interna inappuntabile, disegnati dalla sensibilità, dall’ingegno del musicista toscano. È una commistione che si dimostra efficace poiché il protagonista della serata è in grado di improvvisare in modo accorto e prudente, mai lasciandosi prendere la mano dall’invenzione avulsa dal materiale selezionato.


Gli spettatori comprendono il tono della rivisitazione affatto devota compiuta da Arrighini e gli riservano meritati consensi.


Il 5 dicembre è la volta del progetto Strange fruit, omaggio a Billie Holiday, costituito da un quintetto guidato da Caterina Lazagna. La vocalist ligure interpreta una serie di standards, più o meno battuti, collegati all’excursus artistico di una delle leggende del jazz. Si ascoltano composizioni di Gershwin, Jerome Kern e Mal Waldron fra gli altri. Tutto procede senza scossoni. Mancano, però, l’intensità, lo spessore, il sangue, in sintesi, in questo tipo di operazione. Le esecuzioni non si elevano al di sopra di un piano di correttezza formale. Non aggiungono, semmai tolgono qualcosa a classici senza tempo, resi al meglio in passato da importanti stilisti della musica afroamericana. Non si va qui, invece, al di là di un esercizio in bella calligrafia. Si fatica a rinvenire la sostanza vera, insomma, in questo tipo di tributo. Il momento migliore del concerto è comunque, fuori argomento, un motivo rinascimentale in jazz per trio voce-contrabbasso e trombone. E proprio Francesca Petrolo con il suo trombone risulta la voce più brillante in un contesto per il resto piuttosto opaco.


Un foyer gremito in ogni ordine di posti festeggia, ad ogni buon conto, la cantante con applausi convinti al termine dell’esibizione.


Il 19 dicembre è il momento clou di questa prima parte della stagione. È di scena Enrico Pieranunzi in compagnia di Luca Bulgarelli e Mauro Beggio. A dieci anni di distanza dall’uscita di Fellinijazz il pianista romano ritorna sui suoi passi, riarrangiando lo stesso repertorio per il suo trio, mentre nel disco citato era attorniato da una all stars internazionale con nomi quali Paul Motian, Charlie Haden, Kenny Wheeler e Chris Potter. Fra un brano e l’altro il tastierista inframmezza racconti e aneddoti sul rapporto fra il regista romagnolo e Nino Rota, suo amico magico. Le colonne sonore nascevano su ispirazione diretta del maestro del cinema e alla fine si concretizzavano in una maniera così vicina agli intendimenti di Fellini che potevano sembrare frutto del suo genio e non delle intuizioni, della creatività del compositore milanese.


Nella serata vengono proposti motivi tratti da Il bidone, Le notti di Cabiria, La dolce vita, I vitelloni… Come elemento spurio figura un tema proveniente da La città delle donne, opera di Luis Enbriquez Bacalov. Il film è stato, infatti, girato dopo la scomparsa di Nino Rota. Non manca una Fellini’s waltz a firma dello stesso Pieranunzi. Il pianista suona con la solita maestria, facendo rivivere, rivitalizzando una musica di per sé molto valida, anche se svincolata dalle immagini per cui è stata pensata. Il suo solismo è rotondo e incisivo. Racconta storie, dipinge scenari. Mauro Beggio, da parte sua, colpisce i piatti con delicatezza. È leggero e pulsante con la sua batteria. Luca Bulgarelli fa sentire il peso del suo contrabbasso con una cavata superba, sontuosa e, quando ha l’occasione di dire la sua in qualche spazio solistico, non bada ai fronzoli, ma all’essenziale.


Il pubblico dimostra di gradire l’esibizione e non lesina gli applausi alla fine della serata.


Dopo la pausa natalizia, il 10 gennaio si ricomincia…




Formazioni e Musicisti:

Giovedì 7 novembre 2013

Stefano Onorati Trio

Stefano Onorati: pianoforte

Stefano Senni: contrabbasso

Walter Paoli: batteria

Mercoledì 20 novembre 2013

Da Verdi a Wagner in Jazz

Riccardo Arrighini: pianoforte

Giovedì 5 dicembre 2013

Strange Fruit. Omaggio a Billie Holiday

Caterina Lazagna: voce

Francesca Petrolo: trombone

Massimo Vescovi: chitarra acustica

Lorenzo Serafin: contrabbasso

Roberto Paglieri: batteria

Giovedì 19 dicembre 2013

FelliniJazz. Omaggio a Federico Fellini

Enrico Pieranunzi: pianoforte

Mauro Beggio: batteria

Luca Bulgarelli: contrabbasso