Libri jazz per il 2014

Foto: Copertina del libro Lennie Tristano C-Minor Complex di Marco Di Battista









Il 2013 appena trascorso verrà probabilmente ricordato tra gli annali del jazz in Italia, come un periodo felicemente significativo per la qualità e la quantità di libri d’argomento musicale, che attengono alla civiltà sonora afroamericana (e alle conseguenti esperienze di confine e trasversalità).


In questa ricognizione su quanto di meglio viene pubblicato sul jazz nell’anno 2013 non si troveranno alcuni testi importanti, perché negati, dagli editori, al recensore, che, suo malgrado, si vede costretto a rinunziare a parlare di tali opere, fin quando magari non arriveranno, magari in ritardo: del resto è intenzione di questo articolo segnalare pure i libri non freschissimi di stampa, ma ancora in catalogo, passati sotto silenzio negli anni scorsi per tante ragioni (non ultima la scarsa visibilità dei citati piccoli editori, chiusi all’angolo dalle grinfie dei grossi a livello di pubblicità, presenza in libreria, informazione mediatica, che spesso è inesistente).


I nuovi testi sono quindi divisi nelle otto seguenti categorie: storie e analisi del jazz; monografie e biografie, narrativa, diaristica, jazz-fiction; fotografia e photo-jazz, fumetto e graphic novel; miscellanea 1 (musiche afroamericane); miscellanea 2 (bossa nova); miscellanea 3 (varia).



storie e analisi del jazz



Ted Gioia, Storia del jazz, Edt, Torino 2013.


Dopo un lungo silenzio tornano le storie del jazz raccontate da un’unica persona: Gioia, che scrive la propria già nel 1996 (rivedendola dieci anni dopo), rispetto a quelle più erudite o innovative di Stefano Zenni e Alyn Shipton, ha il pregio di una scrittura piacevole e coinvolgente: come le altre è carente sul contemporaneo, pur lanciando tuttavia qualche nuovo idea sul jazz dal 1980 a oggi.



Luca Bragalini, Storie poco standard. Le avventure di 12 grandi canzoni tra Broadway e jazz, Edt, Torino 2013.


Il giovane musicologo lombardo scandaglia grandi song come Liza, Over Ther Rainbow, Georgia On My Mind, Autumn Leaves, My Favorite Things, eccetera, sotto il profilo analitico, tecnico, critico, storico, tendendo soprattutto in conto la valorizzazione operata dai jazzmen di varie epoche. Da leggere con i brani citati a portata di mano (o di PC o di CD).



A. B. Spellman, Quattro vite jazz, Minimum Fax, Roma 2013.


Questo libro fondamentale per la storia del jazz risale al 1966, solo oggi viene tradotto e risulta ancora utilissimo per capire il nuovo jazz (free e dintorni) che va creandosi in quegli anni Sessanta sosto gli occhi del giornalista afroamericano, che vede in Herbie Nichols, Cecil Taylor, Ornette Coleman, Jackie McLean (i quattro appunto raccontati) il presente e il futuro della black music.



Maurizio Franco, Oltre il mito. Scritti sul linguaggio del jazz, Libreria Musicale Italiana, Lucca 2012.


Tra i musicologi più seri e preparati nell’ambito nazionale che studia il sound afroamericano, il critico e docente milanese raccoglie dodici saggi, metà dei quali riferiti ai maestri (Armstrong, Parker, Reinhardt, Monk, Gaslini, Intra), gli altri invece a problemi didattici, teorici, metodologici, per condividere una vera critica jazz.



Amedeo Furfaro, Jazz Notes, Centro Jazz Calabria, Cosenza 2013.


Storico animatore del Centro Jazz Calabria, nonché critico sopraffino (dedito soprattutto alla ricerca sulle musiche locali), Furfaro presenta 25 voci dalla A di Amnesia alla Z di Zone, suddividendo il jazz nell’intero alfabeto (la J è per Jazz Band, la N per New Orleans, ad esempio), trovando sempre nuove prospettive umaniste, in cui il jazz è largamente constetualizzato in uno spettro culturale amplissimo.



Eric Nisenson, Blue. Chi ha ucciso il jazz? Odoya, Bologna 2013.


Uscito nel 1997, fin dal titolo il libro ha intenti chiaramente polemici e contestatori, giacché intravede nella rinascita postmoderna e nel successo cosmopolita del mainstream jazz (alla Wynton Marsalis, per intendersi) una sorta di morte civile del jazz medesimo, che rinuncia all’avanguardia e alla sperimentazione che da sempre contraddistinguono la black music. Il dibattito è aperto.




monografie e biografie



John F. Szwed, Space Is The Place. La vita e la musica di Sun Ra, Minimum Fax, Roma 2013.


Ecco uno studio fondamentale – anche di piacevole lettura – sul pianista, compositore, mistico, filosofo, coreografo che fin dagli anni Cinquanta rivoluziona il concetto stesso di musica jazz, anticipando di decenni la world music, pur rimanendo sempre fedele a una propria idea di free e di avanguardia tra fantascienza spaziale e arcaismi mitologici.



Marco Di Battista, Lennie Tristano C-Minor Complex, Lulu, New York 2012.


Un grande pianista italiano rende omaggio a quello che retrospettivamente potrebbe considerarsi un suo ideale maestro: e del genio del cool jazz in sette rapidi capitoli vengono esaustivamente affrontati temi connessi alla musica, al contesto, allo stile, alla tecnica.



Franco Cerri, Pierluigi Sassetti, Sarò Franco, Arcana, Roma 2013.


Un’autobiografia in 135 brevi (talvolta brevissimi) capitoli, in cui il grande jazz man milanese, più che svelarsi, filosofeggia sulla vita e sulla musica con la consueta sincera umiltà, che rimane il tratto vincente di un chitarrista che continua da quasi settant’anni a fare la storia patria del ritmo sincopato. Non mancano però aneddoti e curiosità.



Paul Maher Jr., Michael K. Dorr, Miles On Miles. Incontri con Miles Davis, Odoya, Bologna 2013.


Nel libro di 360 fitte pagine ci sono quasi tutte le interviste rilasciate dal grande trombettista a giornalisti americani, talvolta impreparati sul jazz o sul caratterino del personaggio: ne consegue che non tutti i dialoghi sono all’altezza del musicista, anche per la volontà specifica dello stesso Davis a non far trasparire nulla o quasi dell’uomo e del genio Miles.



Gian Nissola, Miles Davis Rewind. Il divino, il principe, Bitches Brew e altro, Associazione Amici del Jazz Valenza, Valenza Po 2012.


Sono gli atti del convegno che si è tenuto a Valenza Po a vent’anni dalla scomparsa del grande trombettista in cui relazionarono via via Enrico Merlin, Luca Beatrice, Alberto Bazzurro, Guido Michelone, Felice Reggio, con l’aggiunta dei paper di Stefani Zenni, Massimo Donà, Giorgio Lombardi, Luigi Villa Freddi. Un cd-tributo di Roberto Chiriaco completa il tutto.



Stefano Bollani, Parliamo di musica, Mondadori, Milano 2013.


Non è un’autobiografia, non è un manuale, non è una guida al jazz: è come una delle tante approssimative trasmissioni condotte di recente dal grande pianista, che gioca talvolta – come in parte in questo caso – soltanto la carta del buontempone esperto: insomma è il libretto consolatorio che va bene per chi conosce solo lo Stefano Bollani della tv e basta.




narrativa, diaristica, jazz-fiction



Stefano Montello, La mia generazione suona il jazz, Forum , Udine 2011.


Identikit di una generazione, nata tra gli anni Cinquanta-Sessanta, che scrive dipinge fotografa “jazz”. Il breve romanzo, in prima persona, viene svolto per episodi o per narrazioni di incontri, lasciando emergere interessanti riflessioni sociologiche sull’ambiente artistico friulano contemporaneo.



Toni Bertorelli, L’effetto del jazz, Iacobelli Editore, Roma 2013.


Il noto attore cinetelevisivo svela la Torino posbellica, dove nasce un importante locale, lo Swing Club: in via Bellezia, Mario detto Xma, aiutato da un manipolo di aficionados di una musica ancora poco nota in Italia, edifica un luogo dove fra gli altri suoneranno Charlie Mingus, Dexter Gordon, Chet Baker, Miles Davis, Thelonious Monk, Art Blakey?



Geoff Dyer, Natura morta con custodia di sax. Storie di jazz, Einaudi, Torino 2013.


Dodici anni dopo l’uscita italiana con Insthar Libri, torna quello che va ormai ritenuto un classico della jazz literature: otto racconti ispirati ad altrettanti grandi jazzisti, di cui il romanziere oxfordiano offre una visione personalissima del sound afroamericano, cogliendone l’essenza intima anche grazie al profondo virtuosismo narrativo.



Pino Ciccarelli, Magari in un’altra vita, Marotta & Cafiero, Napoli 2013.


Opera prima narrativa di un sassofonista partenopeo che illustra autobiograficamente il passaggio dall’adolescenza alla maturità di un gruppo di musicisti che vivono nella triste periferia Nord di Napoli, allegando al libro un cd di improvvisazioni a far da colonna sonora a una vicenda neorealista.



Nicola Gaeta, BAM, il jazz oggi a New York, Caratterimobili, Bari 2013.


Si tratta del diario che l’autore tiene giorno per giorno, nell’aprile 2013 durante il soggiorno a New York, dove trascorre le serate ascoltando il jazz nei club e i pomeriggi a intervistare i musicisti, soprattutto della Black American Music (il BAM del titolo), con una scelta di campo assai significativa. Alla fine un elenco commentato dei migliori locali dove si suona jazz.




fotografia e photo-jazz



Gianni Cataldi, Puglia in jazz. Viaggio nella geografia degli incontri, Caratteri Mobili, Bari 2012.


Un reportage fotografico (tutto in splendido bianco e nero) che documenta la crescita sul territorio di una cultura musicale composta da spettacoli, rassegne, concerti a livello internazionale, spesso con i jazzmen a improvvisare tra “scenografie” architettoniche o in location naturali stupende.



Ivano Adversi, Buonanotte suonatori. Luoghi e protagonisti del jazz a Bologna, Minerva, Argelato 2009.


Con belle foto in bianco e nero (soprattutto primi piani dei volti e dettagli di strumenti) il libro documenta l’attuale vivacità musicale nel capoluogo emiliano, immortalando jazzisti (soprattutto italiani) in azione negli otto locali (cantine, caffè, club) dove ancora si suona dal vivo.



AA. VV., Posters. Umbria Jazz nei manifesti dei suoi Festival, Archi’s Edizioni, Perugia 2013.


La storia del maggior evento jazzistico in tutt’Italia (da tempo di fama e riconoscimento mondiali) è vista attraverso i cartelloni (manifesti o poster) che ogni anno contrassegnano il programma: dai primi spartani lavori degli anni Settanta a un’esplosione di forme, colori, idee, grazie al coinvolgimenti di pittori o grafici sia locali sia di fama nazionale.



Luciano Viti, Rock in camera. Scatti di un fotografo in blues, Postcart, Roma 2013.


Purtroppo il formato ridotto non esalta i bellissimi scatti a colori di questo autore di oltre cento copertine di dischi pop, rock, jazz, folk. Tuttavia le immagini restano e il volume rimane una galleria soddisfacente di ritratti non solo di rock star ma anche di musicisti jazz e blues (Miles Davis, Che Baker, Ray Charles, Bill Frisell, Joe Zawinul, ecc.).



AA. VV., Miles Davis. La storia illustrata, Il Saggiatore, Milano 2013.


La vita del grande trombettista dispiegata come un classico libro illustrato, con testimonianze di colleghi famosi sopravvissuti (Sonny Rollins, Herbie Hancock, Lenny White) e i tanti clic anche di fotografi celebri che seguono il “divino” dall’iniziale bebop sino all’ultimissima svolta rap-jazz.




fumetto e graphic novel



Pierre Delye, Cécile Hudrisier, I Musicanti della Nuova Brema, Clichy, Firenze 2013.


Un libro per bambini, dunque la classica fiaba dei musicanti di Brema, rivisitata con molte immagini e poco testo, dove gli animali protagonisti, dal tratto naif, portano i nomi di alcuni jazzmen del bebop afroamericano.



Jonah Winter, Marjorie Priceman, Josephine una ballerina a Parigi, Donzelli, Milano 2012.


Per bambini e per adulti, questa fiaba vera narra le vicende della futura celebre danzatrice di New Orleans, che, a ritmo di jazz, lancia la moda del charleston nella ville lumière durante gli anni ruggenti: azzeccate le illustrazioni con uno stile che di proposito ricorda la pittura di Henri Matisse e Marc Chagall.



Raule & Roger, Jazz Maynard. Home Sweet Home, Edizioni BD, Milano 2010.


Un tipico polar francese (anche nel tratto) grafico popolare, in cui è protagonista il catalano Jazz Maynard, che suona la tromba nei jazz club newyorchesi, ma che dalla Grande Mela torna nella natia Barcellona, per compiere una serie di vendette nel quartiere malfamato El Raval. Poco jazz e molta violenza.




miscellanea 1 (musiche afroamericane)



Ice-T, Something From Nothing: The Art Of Rap, Feltrinelli, Milano 2013.


Si tratta di un documentario firmato dal rapper Ice-T (che è anche voce narrante) per spiegare l’essenza della musica rap o hip-hop, selezionando decine di interviste e performance di artisti famosi al grosso pubblico nero (e mondiale) come Dr. Dre, Snoop Dogg, Ice Cube, i Public Enemy e il bianco Eminem. Il libro annesso Fai la cosa giusta a cura di Marco Denti è un buon viatico all’argomento.



Celia Cruz, Mi vida. L’autobiografia, Rue Ballu, Palermo 2004.


Pur vecchio di una decina d’anni, il testo è imperdibile se si vuole conoscere la vicenda umana e artistica di una grandissima esponente del vocalismo caraibico. Dalla nativa Avana Celia Cruz (1925-2003) porta nel mondo il gusto per la musica salsa, a sua volta imparentata con l’afro-cuban-bop.



Ernesto Capasso, Paolo Conte. Il viaggiatore dei paesaggi cantati, Arcana, Roma 2013.


Cantautore astigiano (dal successo internazionale) e prima ancora vibrafonista swing (tra pochi intimi), Paolo Conte lega il proprio nome a uno stile rétro, dove il jazz è parte integrante di un discorso poetico che l’autore del libro affronta solo dal punto di vista letterario, ben consapevole, però, delle molte suggestioni afroamericane.



Stefano Telve, That’s amore! La lingua italiana nella musica leggera straniera, il Mulino, Bologna 2013.


Pur spaziando fra tantissimi generi, dall’opera lirica all’heavy metal, questa seriosa analisi sull’uso dell’italiano da parte di americani, britannici, francesi, si concentra anche sul jazz e sui crooner italoamericani degli anni Cinquanta-Sessanta, da Frank Sinatra a Dean Martin, che nella canzone a stelle e strisce introducono un po’ di koinè tricolore, talvolta persino dialettale.



Enzo Giannelli, Gli urlatori. Tutti i figli italiani di Elvis, Curcio Musica, Roma 2012.


Il sottotitolo è forse incompleto: se è pur giusto che da Presley nasce nel paese del Bel Canto un nuovo modo di intonare le melodie, come mostrano eloquentemente i giovani Mina e Celentano alla fine dei Fifties, è altrettanto vero che altre vocalist citate, da Carla Boni a Betty Curtis, hanno quale riferimento il jazz cantato dei grandi crooner.




miscellanea 2 (bossa nova)



AA. VV., La musica secondo Tom Jobim, Feltrnelli, Milano 2013.


Il dvd raccoglie due film del grande regista Nelson Pereira Dos Santos che illustrano la musica del grande Antonio Carlos Jobim, il re della bossa nova, che più volte su disco o nei recital si confronta con i grandi del jazz, come si vede anche nel primo documentario composto solo da immagini concertistiche. Il libro I maestri del sogno a cura di Gianluca Scarpellino non aggiunge molto altro.



Joao Carlos Pecci, Toquinho e la bossa nova, Europa Edizioni, Roma 2013.


Toquinho, cantante, chitarrista, compositore, a lungo tempo in fruttuoso sodalizio con Vinicius de Moares, è quasi un pretesto per raccontare, in bella sintesi, cinquant’anni di bossa nova, lo stile cantautoriale di Rio de Janeiro che può forse vantare maggiori parentele con il jazz nordamericano e che non a caso molti esponenti del cool e del bebop adottano fin dagli anni Sessanta.



Barbara Casini, Se tutto è musica. Pensieri e parole dei compositori brasiliani, Angelica, Tissi 2012.


La maggiore cantante italiana di bossa nova racconta dal di dentro il sound brasilero, incontrando amabilmente, nelle loro case, ventidue maestri che vanno dall’antica samba al moderno tropicalismo, passando anche in mezzo a quello che più o meno giustamente viene chiamato brazilian jazz: dunque non solo Joao Gilberto, Tom Jobim, Vinicius de Moares, ma anche Egberto Gismondi, Guinga, Hermeto Pascoal, eccetera.




miscellanea 3 (varia)



Luciano Berio, C’è musica e musica, Feltrinelli, Milano 2013.


Nel 1972 la Rai è ancora una cosa seria e lascia carta bianca al compositore Luciano Berio nel condurre un’inchiesta televisiva in dodici puntate sull’essenza della musica da Monteverdi ai Beatles. Decine le interviste ai maggiori compositori del XX secolo (praticamente tutti). Il libro allegato Una polifonia di suoni e immagini a cura di Angela Ida De Benedictis è un commento a questo geniale unicum.



Theodor W. Adorno, Long play e altri volteggi della puntina, Castelvecchi, Roma 2012.


Quattro brevi saggi – redatti in epoche assai diverse, 1927, 1934, 1967, 1969 – del grandissimo sociologo francofortese sull’importanza del disco quale supporto tecnologico in grado di condizionare il ruolo della musica nel mondo: i riferimenti vanno soprattutto alla musica classica e leggera, ma il metodo può benissimo essere applicato al jazz.



Gianni Borgna, La città aperta, Dino Audino Editore, Roma 2013.


L’autore, tra i massimi esperti della canzone italiana, è Assessore alla Cultura del Comune negli anni dei sindaci Rutelli e Veltroni e racconta quell’esperienza come una sorta di “nuovo rinascimento”, riprendendo le idee del predecessore Nicolini e lasciando comunque un segno indelebile con la Casa del Jazz e il Parco della Musica, uniche in Italia.



Maurizio Marino, Gianni Sassi. Fuori di testa, Castelvecchi, Roma 2013.


Una accorata biografia sull’uomo che inventa il marketing culturale nell’Italia degli anni Settanta: intellettuale e provocatore Gianni Sassi (1938-1993) è ricordato soprattutto per la Cramps Records, l’etichetta indipendente che rilancia John Cage, apre all’improvvisazione estrema, produce gli Area, valorizza Demetrio Stratos quale vocalist unico.



Manfredi Scanagatta, E l’America creò gli hippie. Storia di un’avanguardia, Mimesis, Milano-Udine 2013.


Ecco l’altra America degli anni Sessanta, secondo un’azzeccatissima definizione della compianta Fernanda Pivano, tra beat, psichedelia, controcultura, pacifismo, fino alla mitica summer of love del 1967, un resoconto anche politico di un fenomeno che investe la musica (rock) non senza reciproche influenze sull’allora imperante free jazz.



Andrea Pontiroli, Un Concerto da manuale, NdA Press, Rimini 2012.


Libro unico nel suo genere, affronta le maniere più sobrie per organizzare spettacoli in maniera pratica, con una competenza che l’autore sperimenta in prima, facendo inoltre parlare una dozzina di esperti, più o meno tutti rivolti alle musiche giovanili (rock in primis) anche se consigli e suggerimenti valgono anche per ogni tipo di jazz.



Mario Maffi et alii, Americana. Storie e culture degli Stati Uniti dalla A alla Z, Il saggiatore, Milano 2012.


Il grande americanologo assieme a Cinzia Scarpino, Cinzia Schiavini e Sostene Massimo Zagari appronta un vero e proprio dizionario di esperienze a stelle e strisce alla ricerca di una viscerale americanità: non ci sono molte voci sulla musica, ma anche le altre (circa 250) servono a far capire perché il jazz, il blues, il rock, il country siano nati lì.



Dopo la lettura di tutti questi bei volumi, duole subito rimarcare un atteggiamento da parte degli uffici stampa delle case editrici che sta diventando sempre più diffuso nei confronti dei giornalisti, dei critici, degli studiosi e soprattutto verso le piccole testate (è da escludere che con quotidiani o magazines di un certo peso “politico” si comportino alla stessa stregua). Di fronte alla domanda di poter ottenere una copia-saggio cartacea per recensione, la richiesta viene spesso aggirata, rispondendo con l’eventualità di un invio elettronico (o in altre parole il testo del libro da allegarsi alla mail o da cercarsi in rete mediante un codice criptato).


È pur vero che si vive ormai nell’era digitale o telematica che dir si voglia, ma un libro è un libro e soprattutto per quel che concerne il jazz si tratta sovente di traduzioni di opere risalenti anche a molto tempo fa, quando ancora non esiste non solo l’oggetto ma nemmeno il termine e-book, ragion per cui l’uso del volume di carta, anche oggi, a maggior ragione, sembra più che ragionevole; ed è utile e ragionevole anche in epoca di crisi, per quanto, a sentire la televisione o a leggere i giornali, sembra che il libro come “soggetto” di “consumo” rifugga da tale flessione negativa, come dimostrano le vendite sotto le feste natalizie, non solo in calo, ma addirittura in aumento rispetto agli anni scorsi.