Enrico Pieranunzi e Philip Catherine “In Memory of Jim Hall”

Foto: Jos L.Knaepen da sito www.gkp-promotions.de









Enrico Pieranunzi e Philip Catherine “In Memory of Jim Hall”

Roma, Casa del Jazz – 31.1.2014


Enrico Pieranunzi: pianoforte

Philip Catherine: chitarra


Un cruccio mi ha accompagnato per tutta la durata di questo concerto, forse inutile e puntiglioso, ma è stato lì ben piantato in testa tutto il tempo. Ad un evento dal titolo “In memory of Jim Hall” ci si aspetta dei brani di quello che è stato uno dei chitarristi più grandi della storia del jazz, uno che ha solcato i sentieri e i percorsi inesplorati della chitarra jazz, tra i primi a dialogare con lo strumento rivale principe: il pianoforte. E invece il repertorio è incentrato quasi tutto su Chet Baker e su brani che piacevano a Chet Baker. La scelta può anche essere azzeccata (e secondo il sottoscritto lo è) ma il nome dell’evento magari andava cambiato in “Dedicated to Jim Hall” magari, o qualcosa di simile. Lasciando perdere le sottigliezze e le forse inutili questioni su titoli e nomi rimane la musica e i due interpreti in sala creano della bella musica ed una gran bella atmosfera e riescono a trasmettere la loro esperienza al pubblico, a coinvolgerlo e a dialogare come due grandi showman. Personalmente non avevo mai visto Enrico Pieranunzi dal vivo e non credevo fosse così simpatico.


Si parte con la dolcezza ammaliante di Beatrice ad introdurre quelli che sono i temi essenziali della serata, quelli che erano cari a Chet Baker e che in parte erano comuni a Jim Hall, la semplicità, la fluidità dei fraseggi senza rincorrere virtuosismi superflui per far venire fuori i sentimenti e la purezza della musica. Si continua con il repertorio caro al trombettista statunitense con Broken Wings che gli stessi Pieranunzi e Catherine suonavano insieme a Baker. È un brano delicato e quasi commovente con una forte liricità, resa molto bene dai due interpreti.


Non poteva mancare My Funny Valentine ad aprire la parte centrale del concerto. Il dialogo tra la chitarra e il pianoforte è intenso e coinvolgente, con un interscambio continuo. From E to C è una musica che lo stesso Pieranunzi compose per Chet e come lo stesso pianista dice “si tratta di un gentle jazz waltz”. Le note riempiono il cuore e nutrono mente e orecchie, restituendo vibrazioni positive. Con questo brano il duo conquista definitivamente il pubblico, piazzando un uno due che da solo varrebbe la serata (My Funny Valentine e From E to C uno dietro l’altro sono da riproporre).


Si chiude con I Should Care e Crystal Bells. È quasi incredibile, dal mio punto di vista, come in nessuna di queste due composizioni (come in tutto il concerto del resto), uno dei due strumenti prenda il sopravvento sull’altro come sarebbe facile. È evidente che Pieranunzi e Caterine suonano insieme e si conoscono da tanto tempo, altrimenti questo dialogo così affiatato forse sarebbe risultato molto più difficile.


Ciò che evidenziano questi due artisti, sia con la loro musica che poi anche a parole, è la loro apertura mentale e musicale in genere. Come lo stesso Jim Hall ha dimostrato abbattendo i confini dei generi, dei linguaggi, delle esperienze la musica è ciò che può unire il mondo e al jazz riesce meglio farlo molto meglio e molto di più di tutti gli altri generi. Il cruccio però rimane «Perché intitolare la serata “In Memory of Jim Hall” e non “Dedicated to Jim Hall”?» Ma, in fondo, chi se ne frega.