Wim Mertens @ Auditorium Parco della Musica

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Wim Mertens @ Auditorium Parco della Musica

Roma, Auditorium Parco della Musica. 1.2.2014

Wim Mertens: pianoforte, voce


La musica di Wim Mertens è diventata famosa negli anni ’80, prima grazie ad uno spot pubblicitario in tv e poi grazie a Peter Greenway che ha utilizzato la sua musica nella colonna sonora del suo The belly of an Architect. La poetica di Mertens è semplice e complessa allo stesso tempo, minimalista e barocca in alcuni spunti ma ciò che la accompagna sempre è una componente visuale che la fa sempre assimilabile a delle immagini. Questo elemento è forse il primo che andrebbe implementato nelle sue esibizioni, nel senso che delle belle video-proiezioni aiuterebbero e stimolerebbero ulteriormente lo spettatore, rendendo un concerto di Mertens ancora di più un’esperienza unica.


Negli ultimi anni il pianista belga ha aggiunto la voce nelle sue performance, utilizzando uno stile particolare con dei vocalizzi in falsetto che in molti casi sono azzeccati e si uniscono bene alla composizione pianistica ma in altri risultano un po’ eccessivi, fino a far pensare che siano leggermente superflui. La protagonista principale però rimane la melodia: al centro di ogni composizione. La melodia che si manifesta, si ritrae, si avvolge su sé stessa a disegnare infiniti labirinti, creando caleidoscopi di note che ammaliano l’ascoltatore. L’intimità delle armonie di Mertens fa pensare, immaginare, chiudere gli occhi, ritrovandosi davanti un mondo pavimentato con i tasti del pianoforte. Il suo rapporto con lo strumento è così intenso che la sua figura – intesa come la persona fisica di Mertens – passa in secondo piano, fino a fondersi interamente con il pianoforte.


L’artista non parla, rivolge solo dei gesti di ringraziamento indicando il pubblico. Lascia parlare la musica. Personalmente non ho mai amato gli artisti eccessivamente freddi ma rispetto chi, invece di fingere, sforzandosi di essere simpatico, mette al centro la musica lasciandola esprimere al suo posto. Quando al primo bis parte Struggle for Pleasure – il brano più famoso di Mertens – l’intera sala viene percorsa da un brivido lungo la schiena, una piccola scossa elettrica. L’artista fiammingo viene richiamato ben tre volte sul palco dal pubblico.


Musicalmente l’esibizione è ineccepibile ma come ho già detto potrebbe essere molto più esperienziale corredandola con immagini, luci, proiezioni, stimolando il pubblico a visualizzare meglio i panorami, le distese e i mondi che il pianoforte di Mertens crea.