Nando Citarella & I Tamburi del Vesuvio – Carosonando

Nando Citarella & I Tamburi del Vesuvio - Carosonando

Alfa Music – AFMCD163 – 2013




Nando Citarella: voce naturale (tenore), tammorre, tamburelli, marranzano

Pietro Cernuto: zampogna, friscaletto, tamburello, marranzano, voce.

Gabriella Aiello: voce naturale (mezzo soprano) castagnette.

Alessandro Patti: basso elettrico

Marco Pistone: basso elettrico

Gianni Di Carlo: batteria

Fabrizio Mannino: fisarmonica, clarinetto, pianoforte

Davide Eusebi: percussioni, effetti

Skatò Saxophone Quartet:

Pierluigi Pensabene: sax soprano

Francesco Dimotta: sax contralto

Renato Trombì: sax tenore

Antonio Di Padova: sax baritono

Riccardo Tesi: organetto

Paola Crisigiovanni: pianoforte

Alberto D’Alfonso: sax contralto





Nando Citarella dialoga sin dal titolo del lavoro con Renato Carosone: la scomposizione proposta sulla copertina mette in evidenza l’aspetto dell’omaggio reso dal cantante e percussionista al pianista. Un dialogo fatto di scrittura e interpretazione, di ironia, jazz, melodia e spirito mediterraneo: gli ingredienti delle composizioni e dei cavalli di battaglia di Carosone, antichi e moderni, ancestrali e radicati nella vitalità napoletana e allo stesso tempo mobili e innovativi, sono i medesimi utilizzati da Citarella nel disporre la scaletta e nello sceglie un ensemble che privilegia fiati, fisarmoniche e percussioni per creare il tessuto sonoro per accompagnare le voci.


Napoli al centro del Mediterraneo e delle sue rotte musicali. Nella rivisitazione convergono suoni ed espressioni dall’Africa e dai Balcani, dalla Spagna e dal Medio Oriente, dalle diaspore ebraiche e, naturalmente, dal folklore dell’Italia meridionale. E se Carosone aveva usato i ritmi arrivati con i soldati americani dopo il secondo conflitto mondiale per sostenere la propria musica e per trovare lo spazio per il virtuosismo e la verve della sua band, Citarella utilizza jazz, influenze etniche e, in qualche caso, riflessi classicheggianti per riprendere senza snaturare lo spirito di quegli stessi brani: è un ragionamento sull’attualità di Carosone e sulla forza delle sue canzoni, sulla possibilità di poter intervenire sul loro tessuto per inserire nuovi elementi legati alla nostra attualità e, al contempo, la possibilità di rispettare senza costrizioni o pressioni quanto già presente in quel disegno.


La scelta di inserire brevi introduzioni alle tracce, l’esecuzione di alcuni originali, il gusto per le citazioni, l’alternanza della voce maschile e femminile, la costruzione del gruppo offre anche una dimensione teatrale al progetto: lungo le quattordici tacce del disco si sviluppa un potenziale musical sulla vicenda e sulla figura artistica di Carosone condotto con mano matura ed equilibrio.


La musica di Carosone ha costituito un punto di partenza fertile per molte esperienze. Citarella, insieme a Pietro Cernuto che ha curato gli arrangiamenti, ne coglie gli spunti con attenzione: nel corso di Carosonando si avverte la consapevolezza di quanto sia ricco e generoso il materiale, di come sia in grado di accogliere interventi di varia natura purché operati con la giusta mira, e di come infine siano portatori di una sostanza ancora in grado di rappresentare o, meglio, di offrirsi come veicolo espressivo ancora oggi, diversi decenni dopo le prime apparizioni. E, in questo senso, torniamo al concetto di dialogo di cui si diceva in apertura: arrangiamenti, orchestrazioni, nuove composizioni, sonorità originali e sonorità “aggiunte” inserite dalla formazione servono per giocare di sponda con il mondo di Carosone, per guardare costantemente alla matrice di partenza per non dimenticarne il valore e per accostare, con audace garbo se si passa l’ossimoro il proprio punto di vista, come dimostra la presentazione finale del gruppo in Cantanapoli, dove viene usata con affetto e ironia la formula coniata da Gegé Di Giacomo per introdurre i brani.