Marco Cappelli Acoustic Trio – Le Stagioni del Commissario Ricciardi

Marco Cappelli Acoustic Trio - Le Stagioni Del Commissario Ricciardi

Tzadik – TZ 7644 – 2013




Marco Cappelli: chitarra classica

Ken Filiano: contrabbasso

Satoshi Takeishi: percussioni




Marco Cappelli incide il suo primo disco per la Tzadik di John Zorn e questo è sicuramente un riconoscimento prestigioso per il musicista italiano che è riuscito ad ottenere fiducia e credito sulla scena downtown newyorkese. Come per il cd del 2011, Les nuages en France, il chitarrista napoletano si ispira all’opera di uno scrittore di libri gialli. Dopo Vargas Llosa è la volta di Maurizio De Giovanni, creatore della figura del commissario Ricciardi, un curioso poliziotto con poteri paranormali che svolge la sua azione nella città partenopea negli anni trenta. La musica che si ascolta nell’album è piuttosto diversificata, a seconda dei personaggi dei noir a cui è dedicata. Ci si muove fra temi ironici come in Deputy police chief Garzo a brani con andamento da ballad “trattate”, qualì Enrica, o meno sentimentali, come Livia con accenti reggae. In altri momenti, come in March of the dead, si respira l’atmosfera di un funerale solenne, ma grottesco più che tragico. Il pezzo migliore è ‘O pateterno nun è mercante ca pava ‘o sabbato, dove un’aria etno folk campana si sposa con un accompagnamento vigoroso, di genere jazz-world music.


In sintesi, non ci troviamo davanti a suoni d’avanguardia, complicati e scabrosi. La musica ha una sua struttura definibile, se non definita; è libera ma dentro determinati limiti. La chitarra acustica modificata, truccata, espansa che dir si voglia, guida sapientemente il gioco con un timbro caldo o appuntito. Sono al fianco del leader due musicisti di ricerca patentati che suonano, però, a modo loro, all’interno di composizioni sinuose, articolate, gradevoli all’ascolto. Satoshi Takeishi è percussionista ideale in tutte le situazioni e si rivela adatto a trovare l’accompagnamento acconcio anche qui, in ogni segmento. L’artista giapponese piazza colpi al posto giusto ed è sempre oltre le normali aspettative. Non è né prima, né dopo il tempo. E’ dentro il ritmo e davanti allo stesso. Il suo stile è facilmente individuabile perché si caratterizza per la costruzione, decostruzione e ricostruzione di figure ritmiche attraverso mezzi inusuali, alternativi. O meglio utilizza una batteria personalizzata in maniera insolita, fuori dal comune. Ken Filiano è la voce solista alternativa alla chitarra, oltre che un supporto fondamentale su cui si sostiene l’intera formazione. Ha un bel timbro, profondo, antico o in the tradition e un fraseggio contemporaneo. Sa essere melodico, allo stesso tempo e arditamente rumoristico, soprattutto quando usa l’archetto. Capta le intuizioni del leader al volo e le fa evolvere con la sua perspicacia, la sua colta sensibilità.


Le stagioni del commissario Ricciardi è ancora un passo in avanti rispetto al precedente cd del trio inciso per la Avant. L’intesa fra i tre si è vieppiù stabilizzata e Cappelli ha collaudato una formula già sperimentata, giungendo ad un modo di comporre e guidare la musica ben preciso. C’è tanto della sua terra d’origine in questo progetto, ma si distinguono pure le sue esperienze nella musica accademica e l’amore per il linguaggio del jazz. Un jazz rivissuto nei luoghi dove è nato con l’anima di chi non è venuto negli USA solo per apprendere, ma per inserire, invece, audacemente la sua voce accanto ad altre per elaborare qualcosa di nuovo, oltre la rilettura degli standard, del repertorio classico, insomma.