Invenzioni fuori dal Dogma. Slowfox live

Foto: Aldo Del Noce










Invenzioni fuori dal Dogma. Slowfox live
Palermo, Goethe-Institut (Cantieri Culturali alla Zisa) – 11.4.2014



Sebastian Gramss: contrabbasso

Hayden Chisholm: sax alto

Philip Zoubeck: pianoforte


Prosegue a variabile ritmo l’ormai pluriennale ciclo German Jazz presso la sede di Palermo del Goethe-Institut che, oltre ad aver collezionato nomi di primaria rilevanza nel jazz europeo e non soltanto, continua regolarmente a proporre le figure e le formazioni dei più nuovi esponenti dell’area germanica, laboratorio di talenti meritevoli d’attenzione e che il nostro pubblico potrebbe altrimenti ignorare causa la ristretta circolazione degli stessi entro i nostri canali concertistici e, ormai in via secondaria, discografici.


Con la partnership della sempre pregevole label berlinese JazzWerkstatt, all’indomani dell’uscita nel medesimo catalogo dell’incisione The Wood, debutta sulle scene nostrane il trio Slowfox, piuttosto variegato dal punto di vista delle geografie d’origine, animato dal contrabbassista di Colonia Sebastian Gramss insieme al pianista austriaco Philip Zoubeck e al sassofonista neo-zelandese Hayden Chisholm. Tutti operanti intorno alla città del leader, in realtà i tre non vantano una prolungata frequentazione, riunendosi piuttosto in occasione dell’incisione quindi portando avanti il progetto in tour, che li vedrà in questi giorni ulteriormente impegnati in due serate capitoline.


La presentazione elogiativa dei tratti di personalità del trio è stata nella sostanza e nella forma confermata dalla convincente, variegata cifra stilistica: palesemente convergenti nel sentire e negli stilemi del free, di questi ultimi è stata offerta un’elaborazione per molti versi personale, intellettualizzata e colta, nella scia di una certa “linea chiara” esecutiva, in prevalenza aliena a clamori e violenze, operando piuttosto in sottigliezza e secondo un interplay mutevole e con non pochi spunti d’originalità.


Evidente la dimestichezza con la dimensione del piano preparato di Zoubeck, attento però ad evitare aggressività rumoristiche, prediligendo piuttosto raccordi armonici di cifra personale nonché atipici interventi in solo, lasciando magari maggior visibilità solistica agli articolati interventi di Chisholm, artefice di un peculiare sistema microtonale applicato allo strumento, apprezzabile più nella prima parte del concerto, segnato in forma e presenza non certo minore anche dal dinamico carisma del catalizzante Gramss, notevole anche sul piano visivo nel conferire complessa e insieme agile articolazione ritmico-figurativa al proprio strumento e contribuendo in fluidità alle fluide architetture dell’ensemble.


Una peculiare equidistanza tra la dimensione compositiva e il performing istantaneo, spettacolarmente veicolata dalla tangibile intesa del trio e dalla reciproca ripartizione degli interventi individuali e d’insieme, conferiva vivido corpo musicale alle composizioni estratte dalla già articolata discografia dei tre, e soprattutto dalla recente incisione collettiva, contribuendo a portare avanti di qualche distanza le concezioni del nuovo jazz europeo, all’insegna delle aperture di forma e del gusto per l’invenzione.


Prestazione per vari aspetti fuor di routine (nelle intenzioni e nelle applicazioni di fatto) e, pur nella equa attribuibilità di meriti e presenza fra tutti i componenti del trio, ne abbiamo identificato il portavoce nel contrabbassista-leader con il quale, oltre a fissare un ulteriore appuntamento per la seconda metà di quest’anno, almeno dopo l’uscita di un progetto collettivo dedicato al compianto esponente del contrabbasso Stefano Scodanibbio (coinvolgente i massimi nomi dello strumento, tra cui Barry Guy, Joëlle Léandre, Barre Phillips etc) e, oltre a raccoglierne il contagioso entusiasmo per i primi riscontri sulle piazze italiane, abbiamo inteso commentare l’interessante serata in oggetto.



Jazz Convention: Cominceremmo con la genesi del vostro curioso nome collettivo, Slowfox, per passare poi ad un bilancio sull’esperienza di questa serata.


Sebastian Gramss: Sì, Slowfox sembra un po’ una contraddizione, ma io enfatizzerei l’aspetto “slow”… La lentezza in riferimento al clima di relax che, non appaia strano, cerchiamo di determinare con le nostre proposte musicali. Peraltro, questa è stata una splendida serata, con una risposta positiva da parte di un grande pubblico! Decisamente attento, aperto, secondo me davvero curioso. Siamo riusciti a stimolare una reazione libera dal pregiudizio stilistico, tutti si sono lasciati condurre dall’andamento e dalla sorpresa nel corso del concerto. Ci lusinga e ci compiace, questa tipologia di pubblico che ha gratificato il nostro impegno viene incontro alla nostra creatività senza barriere, ci dimostra con soddisfazione che è possibile una partecipazione liberi da qualunque Dogma!.