ECM Records – ECM 2321 – 2013
Ralph Alessi: tromba
Jason Moran: pianoforte
Drew Gress: contrabbasso
Nasheet Waits: batteria
Leader si nasce o si diventa? Questa domanda sorge immediatamente ascoltando il nuovo disco di Ralph Alessi, Baida. Pur essendo titolare di un buon numero di incisioni, si ricordano di lui più spesso le tante collaborazioni e i dischi da sideman. Basti menzionare il lungo sodalizio con Steve Coleman o il legame inossidabile con Uri Caine in tutti i suoi progetti orchestrali. Il trombettista è uno che non si risparmia e accetta volentieri anche le occasioni di esibirsi con musicisti magari di minor fama internazionale, ma sintonizzati su analoga lunghezza d’onda.
Qui ci si riferisce, in particolare, all’incontro con Arrigo Cappelletti e al successivo tour insieme anche a Nicola Stranieri del 2008. Purtuttavia Alessi detiene una notevole capacità di scrittura, di arrangiamento e una abilità altrettanto rimarchevole di guidare un quartetto come questo, formato da musicisti preparatissimi, di forte personalità, a loro volta a capo di quotati gruppi. Dopo aver registrato per la CAM Jazz qualche anno fa con gli stessi partners, oggi avviene il debutto per la ECM, quasi una consacrazione da bandleader, una specie di investitura ufficiale. La prova viene ampiamente superata. Non ci sono dubbi. Le composizioni del musicista californiano si muovono su basi solide, ma mai del tutto stabili o inamovibili.
È la logica dell’indefinito, del sospeso, del non delimitato a governare i temi. È un equilibrio che si realizza progressivamente, in divenire, ma che è già programmato a monte. Domina su tutto, con discernimento, la tromba di Alessi. Il suono viene fuori da un soffio carezzevole o si impone più deciso con una emissione controllata e priva di incertezze. Jason Moran ne intercetta facilmente gli orientamenti. Le note del pianoforte sgocciolano sui motivi, disegnando figure luminose, intrise da un’ispirazione magicamente in accordo con le intenzioni del compagno di strada di tante avventure. Drew Gress in ogni passaggio rivela l’ indiscutibile dote di mettere la frase giusta, la nota adeguata, progettualmente imprescindibile nel quadro complessivo. Lo stesso Nasheet Waits non accompagna, piuttosto pone in risalto le sfumature ritmiche possibili o ipotizzabili per l’intera opera, suonando con una quieta turbolenza, una tranquilla inquietudine. C’è, si fa sentire, cioè, ma non è mai sopra le righe.
Tutti i brani sono di alto livello. Si potrebbe selezionare, però, fra gli altri, Baida, poiché è l’eponimo di tutto il disco. Qui si sente la voce spezzata, nervosa della tromba che mano a mano diventa lirica. Si percepisce la grande comunicativa di Moran con il suono assorto e liquido del pianoforte. Si avverte che ogni fraseggio di Drew Gress è frutto di una lunga gestazione mentale. Nessuna nota del contrabbasso è lasciata vibrare così come viene. Si comprende, infine, che Waits opera come in un solo continuo, prodigiosamente in continua concordanza con il resto del discorso.
Tante volte delle produzioni ECM si scrive “si distingue il tipico suono della casa di Monaco di Baviera, elegante, raffinato, ma privo di profondità”. Non è questo il caso. In questo album si riscontra una cura attenta ai dettagli, alla forma, ma per ornare un contenuto ricchissimo di sostanza.