Mauro Gargano – Mo’ Avast Band

Mauro Gargano - Mo' Avast Band

Note Sonanti- 2011




Mauro Gargano: contrabbasso, composizione

Francesco Bearzatti: sax tenore, clarinetto

Stephane Mercier: sax contralto

Fabrice Moreau: batteria

Bruno Angelini: pianoforte





Al suo primo album da leader, Mauro Gargano, contrabbassista pugliese ma francese d’adozione, si impone alla critica e al pubblico con un pregevole lavoro discografico variegato e sapientemente “colorato”, con la sua Mo’ Avast Band, un gruppo di valenti musicisti italiani e francesi. Fondamentalmente un quartetto pianoless (tranne che per due brani in cui vi è la presenza di Bruno Angelini, pianista che impreziosisce l’humus melodico dei brani di Gargano, Mars e Apulia) con due sassofonisti, il vulcanico Francesco Bearzatti (sax tenore e clarinetto), l’altoista francese Stephane Mercier, il leader al contrabbasso e Fabrice Moreau alla batteria.


“Mo’ avast”, letteralmente “adesso basta”, frase molto conosciuta nel sud Italia (soprattutto Puglia e Basilicata), indica un concetto ben preciso per Gargano, un sentimento di rottura quando le cose ci vengono a nausea, ci annoiano o ci costringono ad un inutile ed inquadrato schema esistenziale. Questo sentimento di non pazienza porta il contrabbassista pugliese a fare altro, comporre, partire, proporre, liberarsi da certe costrizioni di routine che a lungo andare logorano la propria essenza…


E così, sulla scorta di quanto detto, Mauro Gargano si trova in una grande metropoli come Parigi, a suonare con nomi illustri del jazz e a comporre con un nuovo sentire (sebbene con l’occhio e il cuore sempre rivolti all’amata terra, Apulia). Dieci i brani contenuti nel cd, ognuno con la propria storia e tutti di grande intensità, di cui otto a firma del leader e dei quali mi piace menzionare 1903 (tema dedicato alla nonna e in cui si evidenzia un bel solo di contrabbasso con l’archetto), Il respiro del Passato (in cui il clarinetto di Bearzatti gioca un ruolo fondamentale e non solo in assonanza col titolo della composizione). Due, invece, le reinterpretazioni di brani altrui: When God Put a Smile Upon Your Faces dei Coldplay e Turkish mambo di Lennie Tristano.


Un album equilibrato dove facilmente vengono in luce le qualità tecnico-espressive dei musicisti, a volte infervorati a volte lunari, a volte pungenti, spigolosi e a volte lineari e melodici… la ritmica si abbandona spesso a galoppate di swing robusto e solido e a deframmentazioni che denotano una certa libertà espressiva nel rispetto delle strutture e forme.


Ottimo esordio da leader per il bravissimo musicista di Bari.