Dodicilune Dischi – Ed321 – 2014
Manuel Buda: chitarra classica, chitarra acustica
Giulio Nenna: chitarra flamenco, chitarra acustica
con
Tania Furia: voce
Daniele Davide Parziani: violino
Mattia Cappelli: sax soprano
Francesco Piras: flicorno
Davide Tedesco: contrabbasso
Jacopo Pierazzuoli: batteria, percussioni
Una concreta diade dialogante che abbraccia tutto un dinamico background delle sei corde, di giovane appartenenza anagrafica ed articolata tra uno studioso dello strumento di dichiarato orientamento orientalista-ebraico, Manuel Buda, ed un analogo sodale di maggior apertura verso la cultura iberico-andalusa della chitarra, Giulio Nenna, a dimostrare quanto ancora si possa operare in termini di apporto all’apparentemente inesauribile identità di una tra gli strumenti-principe dell’instrumentrarium globale.
Forse maggior omogeneità e tratto personale avrebbe conseguito il lavoro mantenendosi nella dualità chitarristica, ma l’esigenza di allargare il fronte strumentale ne diversifica alquanto le prospettive, donando almeno in Without un momento di fresca e saldamente tenuta musicalità Oregon-PaulWinteriana, operando una danzante incursione jazzy in Malandra e giovandosi dell’apporto vocale e violinistico nell’autoriale Canzone.
Ci sentiamo comunque di affermare che il maggiore e più genuino nucleo espressivo sia meglio palesato dai momenti in duo, che attinge a firme esogene fronteggiando la reichiana Electric Counterpoint (che ebbe Metheny come performer originale) con Le Onde di Einaudi, le cui ondulazioni vengono decisamente increspate dal deciso gioco dei plettri, ma dei propri orizzonti
creativi non esaurisce le connotazioni unicamente entro il dichiarato ambito mediterraneo, facendovi convergere anche cadenze e segni balcanici, di cui imprime l’identità ritmica, vivendo non solo di riflesso nell’importare le consistenti eco delle sei (e dodici) corde d’oltreoceano, nelle sue risonanze del Sud e della West Coast, senza disconoscerne gli innesti delle danze celtiche, e non mancando di dichiarare l’imprescindibile apporto della viva tradizione gitana così come della parallela, vibrante letteratura Klezmer.
Esponendo in differenti drappeggi la qualità della propria stoffa musicale, la diade in musica e corde opera un variamente coinvolgente percorso multilingue, dichiarando una sua maturità interpretativa pervasa da freschezza di tocco e fluente comunicativa.