Stefano Pastor & Charlotte Hug – Paragone d’archi

Stefano Pastor & Charlotte Hug - Paragone d'archi

Leo Records – CD LR 688 – 2014




Charlotte Hug: viola, voce

Stefano Pastor: violino





Stefano Pastor è un musicista erratico, sempre in cerca di nuove sfide e di territori ancora da esplorare. Nella sua carriera artistica ha collaborato con Borah Bergman, uno dei pianisti americani più interessanti e originali dell’ultimo trentennio. Ha stretto un sodalizio con George Haslam, nome importante dell’avanguardia britannica e ha suonato pure con Harry Beckett, trombettista caraibico noto per la sua militanza nella Brotherood of breath di Chris Mc Gregor e in tante altre esperienze di un jazz inglese di confine con risvolti etnici e libertà di approccio ai contenuti espressivi. È l’occasione di misurare il suo archetto, ora, con Carlotte Hug, violista svizzera che vanta incisioni con Fred Lomberg Holm, Maggie Nichols e la London composers orchestra fra gli altri. Insomma il confronto è ancora una volta fra il violinista italiano e una voce fuori dell’ordinario, legata alla ricerca, all’indefinito, al capovolgimento delle regole codificate o magari ad un rispetto attivo, non di supina accettazione, delle stesse. Il dialogo si svolge a casa di Pastor, a Campoligure e si dipana serrato, incalzante, senza un attimo di tregua. La concentrazione, l’attenzione all’ascolto del partner, la tensione, sono palpabili, si avvertono nettamente, si potrebbero toccare con mano.


Il violinista privilegia il registro medio, non cerca le note acute o i sovracuti. Il suo fraseggio è stringente e conciso. Elabora tracce di motivi scuri e tortuosi, su cui poi sviluppa variazioni tematiche altrettanto oblique. La Hug, di risposta, dà di piglio al suo strumento, lo bistratta, portandolo a produrre suoni solo immaginabili, fra un pizzicato rumoristico di rara efficacia, battimenti di archetto sulle corde o sulla cassa armonica, per ottenere rumori “naturali”, di vento che soffia, di acqua che scende. Per inasprire il colloquio, ogni tanto, subentra la voce della zurighese a raddoppiare la viola. Ed è un urlo soffocato o aperto, tanto sinistro quanto musicale.


Il cd consta di diciassette brani ed è senza soluzione di continuità. È un tour de force inarrestabile, privo di pause creative, in cui succede di tutto in virtù dell’abilità compositiva di due improvvisatori di prima qualità. È una musica fatta a brandelli e ricomposta, analizzata, vivisezionata e poi rimessa in circolo. Pastor e la Hug si divertono, se così si può dire, a scavare dentro a quello che viene fuori dai loro strumenti, per arrivare fino in fondo, all’essenza del loro dialogo.


Il titolo del disco, Paragone d’archi, suggerisce l’idea del raffronto, della competizione. In realtà non si riscontra un duello all’interno della coppia, ma si concretizza, invece, un colloquio di spessore fra due artisti colti, curiosi e spalancati verso lontani orizzonti da avvistare prima e da raggiungere poi con la fatica appagante della scoperta comune di una musica inaudita o inaudibile e perciò dotata di grande forza e fascino.