Slideshow. Barbara Errico

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Slideshow. Barbara Errico.



Jazz Convention: Dopo Endrigo, Luttazzi: come mai questa scelta tutta italiana?


Barbara Errico: Sono convinta che la musica italiana, specialmente quella di cantautorato e quella di tanti nostri grandi autori, nulla abbia da invidiare a certa buona musica che viene dall’estero e quindi per questo la nostra musica dovrebbe essere assolutamente ripresa e valorizzata. La scelta di fare un progetto su Luttazzi è nato così: quando Luttazzi è rientrato da Roma alla sua Trieste, il sapere che viveva in una città così vicino alla mia, ha fatto nascere in me il desiderio di contattarlo per poterlo conoscere direttamente, per condividere la nostra comune passione per il Jazz e soprattutto per lo swing. Non sapendo come fare, il modo migliore mi è sembrato quello di inviargli in anteprima una copia del mio CD Endrigo in Jazz, non ancora uscito, per poter avere da lui un parere spassionato e soprattutto critico di questo lavoro.



JC: E Luttazzi cosa ti disse?


BE: La sua risposta non tardò. Tramite la moglie Rossana, mi scrisse una mail. «Ora però ti posso affermare che tu rappresenti per me la perfezione insieme ai tuoi musicisti. BRAVA! Ti auguro una carriera luminosa.» Mi sembrò quasi impossibile ricevere proprio da lui un complimento così ma il destino purtroppo non mi avrebbe riservato la gioia di conoscerlo personalmente. Ne è nata però una profonda e preziosa amicizia con la Signora Rossana, moglie del maestro, ed è proprio da questa amicizia che il progetto su di lui è iniziato ed ha avuto seguito grazie anche alla compartecipazione entusiasta di Rossana e della Fondazione Luttazzi. Sentimentale – dedicato a Lelio Luttazzi è uscito a giugno 2014 per la Dodicilune.



JC: Cosa hai provato a interpretare le canzoni di Lelio in chiave jazz?


BE: È stato davvero molto emozionante perché considero Luttazzi un grande musicista ed un grande paroliere; Lelio inoltre era dotato di uno swing innato e di una sottile ironia. Ha scritto dei brani molto intensi, come Mi piace e Souvenir d’Italie che sono state poi interpretati da grandi cantanti come Mina e Jula De Palma.



JC: Altre riflessioni da aggiungere al tuo disco?


BE: Spero di poter a portare questo mio progetto nei Festival Jazz non solo in Italia ma anche all’estero..



JC: Ora, così, a bruciapelo chi è Barbara Errico?


BE: Credo di essere nata per cantare, amo profondamente la musica. Sono anche insegnante di canto, da molti anni, ma solo ultimamente sono riuscita a creare un mio laboratorio di canto, assieme ad una mia cara amica, Nicoletta Gottardo, Mental Coach e Coach di Programmazione Neuro-Linguistico, con lei ho messo a punto un nuovo metodo di studio, depositato come “V.M.C. – Voce – Mente – Corpo – Metodo per la Crescita Personale e l’Apprendimento del Canto”. L’obiettivo di ogni artista è quello di creare arte con il proprio talento, e creare arte significa soprattutto trasmettere emozione ed è proprio questo che il pubblico si aspetta e chiede! Nell’insegnamento del canto, specialmente di quello jazz, l’interpretazione viene molto spesso in parte trascurata a favore della estremizzazione del tecnicismo e del virtuosismo canoro ma tecnicismo e virtuosismo non sono tutto, anzi!



JC: Mi racconti ora il primo ricordo che hai della musica?


BE: Ho sempre cantato fin da piccola e già a cinque anni suonavo ad orecchio al pianoforte le canzoni dello Zecchino d’oro, passavo ore ed ore a studiarle. Ho anche partecipato ad alcuni Festival di canto dedicati ai bambini..



JC: Quali sono i motivi che ti hanno spinto a diventare una cantante?


BE: È successo tutto in maniera naturale nell’adolescenza ho imparato ad accompagnarmi con la chitarra ed a diciassette anni mi sono inserita in piccole band di amici, dapprima interpretando le canzoni di Bob Dylan, di Joan Beaz e di molti altri cantanti folk americani e successivamente cantando pezzi di Blues fino ad arrivare al mio amato Jazz ed è qui che ho anche capito che per “lavorare” con la voce bisognava studiare le tecniche di canto, cosa che ho fatto!.



JC: E in particolare ti definiresti cantante jazz?


BE: Principalmente di Jazz ma amo tutta la buona musica, a 360 gradi, mi piace cantare quello che principalmente mi emoziona..



JC: Ma cos’è per te il jazz?


BE: Uno stile di vita e di pensiero prima di tutto, il Jazz è musica libera ed anarchica, è creatività allo stato puro, ti da la possibilità di poter esplorare la melodia in altre forme e situazioni, è sorpresa perché alle volte ti fa percorrere strade che normalmente non si percorrono nella musica tradizionale.



JC: Tra i dischi che hai fatto ce ne è uno a cui sei particolarmente affezionata?


BE: Il mio ultimo CD – Sentimentale – dedicato a Lelio Luttazzi perché è quello che mi sta dando tante soddisfazioni, in Italia ed all’estero..



JC: E tra i dischi che hai ascoltato quale porteresti sull’isola deserta?


BE: Sicuramente: Mingus di Joni Mitchell ma anche alcuni di Chet Baker, Ella Fitzgerald, Billie Holiday, Helen Merrill, Kurt Elling, Jasmine Levy, Cassandra Wilson, Etta James, B.B. King… insomma non mi basterebbe un’isola…



JC: Quali sono stati i tuoi maestri nella musica, nella cultura, nella vita?


BE: Prima di tutto i miei genitori, che mi hanno dato tanto ed insegnato ad essere quello che sono e soprattutto ad essere me stessa. Nel campo musicale tutti i musicisti con i cui sono riuscita a trovare delle sinergie. Devo molto a ciascuno di loro in quanto ognuno di loro mi ha regalato qualcosa di prezioso. Maestri ne ho avuti molti ed anche a loro devo molto perché ho sempre imparato cose nuove e diverse, ma soprattutto mi hanno stimolata, facendomi spesso mettere in discussione e da questo ho percepito che d’imparare non si finisce veramente mai, c’è sempre qualcosa di nuovo da apprendere e da condividere. Sicuramente devo molto al musicista friulano Franco Feruglio, grande amico sin dall’infanzia del mio compagno Alessandro, musicista che oltre ad aver collaborato con me nel mio nuovo CD, con stupendi arrangiamenti su alcuni brani e con il suono magico del suo contrabbasso, è diventato per me un pilastro importante, mi ha insegnato tanto e tanto mi sta insegnando ancora! e non ultimo proprio il mio compagno Alessandro, musicista anche lui, che mi incoraggia sempre e mi aiuta a vedere le cose dal verso giusto..



JC: E i vocalist (maschi o femmine) che ti hanno maggiormente influenzato?


BE: Sicuramente prima di tutte è stata Ella Fitzgerald, successivamente mi sono “persa” ascoltando Billie Holiday, Nina Simone, Betty Carter, Lambert Hendricks & Ross, Sarah Vaughan, Mel Tormé, Carmen Mc Rae, Chet Baker e moltissimi altri. Attualmente ascolto un po’ di tutto, anche di altri settori musicali e non esclusivamente Jazz. Continuo ad ascoltare la musica Blues e canto in un gruppo gli Short Sleepers con i quali mi diverto a fare concerti Rock/Blues, mi piace la musica classica e la musica folk… nel folk ci sono le radici e l’anima del Jazz..



JC: Qual è per te il momento più bello della tua carriera di musicista?


BE: L’incontro con Rossana Luttazzi, la moglie del Maestro Luttazzi, che ha creduto nel mio progetto e nel mio talento; devo molto a Rossana, mi ha fatto incontrare dei musicisti straordinari come Antonello Vannucchi, che ha arrangiato tutti i brani orchestrali del CD, Massimo Moriconi, Giorgio Rosciglione e Lorenzo Hengeller, che ha arrangiato i due pezzi in cui ha cantato in duetto con me. E poi molti altri, con cui ho collaborato per l’incisione di questo CD dedicato a Luttazzi. Tramite due miei cari amici, Rita e Domenico Dragotti, ho anche conosciuto Antonio Onorato, musicista napoletano, talentuoso chitarrista, che nel CD ha suonato con me, arrangiandoli con maestria, nei due pezzi napoletani ‘Nnammurammece e Souvenir d’Italie..



JC: Come vedi la situazione della musica oggi in Italia?


BE: Non bene a mio parere, in molte nazioni estere l’educazione musicale ha un forte peso nell’educazione generale dei giovani e si fa musica con serietà sin dalla giovane età e dalle scuole primarie, il fenomeno televisivo dei talent-show, così di moda adesso, sta affondando tutta la musica di qualità e mi dispiace molto. Forse un De Andrè ora non verrebbe neppure preso in considerazione dalle Major: e questo è molto preoccupante!.



JC: Cosa stai progettando a livello musicale per l’immediato futuro?


BE: Ho un progetto a cui penso da tempo negli anni ho scritto dei brani jazz, con testi in italiano, e li ho proposti ad alcuni amici, noti musicisti della mia regione. Hanno tutti aderito con entusiasmo! l’idea sarebbe quella di abbinare ai miei pezzi dei pezzi originali loro se tutto va bene dovremmo iniziare a lavorarci già da questo autunno!