Swiss Jazz: Christoph Irniger Pilgrim – Italian Circus Story

Swiss Jazz: Christoph Irniger Pilgrim - Italian Circus Story

Intakt Records – CD 238 – 2014




Christoph Irniger: sax tenore

Dave Gisler: chitarre

Stefan Aeby: pianoforte

Raffaele Bossard: basso

Michi Stulz: batteria






Recentemente apprezzato nella propria formula-trio, il tenorista da Zurigo torna a guidare una falange a cinque, già da un lustro attiva ed evolutasi per line-up, che oltre a conferire le influenze dei rispettivi cantoni elvetici di provenienza individuale, importa quanto meno le esperienze condivise con fortissime personalità d’oltre Atlantico, tra cui Dave Douglas, Dave Liebman, Joey Baron e Nasheet Waits.


In realtà l’Italian Circus tinteggiato dal quintetto Pilgrim, nell’importare “mediterraneo senso del colore” (sia pure iper- o diversamente saturato come nelle concezioni dei cugini d’oltralpe) di fatto reinterpreta con calibrati tempismi e scultoreo senso scenico il lato più rischioso della fusion e il versante più colto delle originarie fucine del pop-jazz, linguisticamente molto citato dalle estrose timbriche della chitarra di Dave Gisler o certe inflessioni del sax del titolare; non sono peraltro secondari gli apporti del plastico contrabbasso di Raffaele Bossard e del drumming variegato di Michi Stulz, con un’importante appropriazione scenica anche del pianismo camaleontico del polivalente Stefan Aeby.


Tutti quanti contribuiscono avvicendandosi nell’assunzione di ruolo, e la titolante dimensione circense è intesa, più che nel senso dell’epidermica sorpresa, con maggior proprietà nell’eclettismo di performance, estesa nell’assumere morfologie cangianti da un free di teoretico distacco al prog-jazz quasi da manuale, dal camerismo lirico, straniante e minimale attingente segni e spoliazioni umorali dai modelli di Erik Satie o Brian Eno, all’onda morente del primissimo free che trapassa nei più agitati venti di sommossa del più critico jazz e della più rabbiosa elettroacustica del Movimento euro-nordamericano, e nel ricomporre apparentemente le tensioni mai sembra rinunciare al graffio vigile e alla carica espressiva.


Scultorea ripresa ai Timbuktu Studios di Lisbona che ripulisce il sound da crudezze e vitali sbavature live, ma che non priva di un genuino carattere di musica d’azione questa esperienza di qualità, progettuale itinerario umorale e laboratorio di stile.



Link di riferimento: http://www.intaktrec.ch/player_intakt238.html