Spartacus Records – STS019 – 2014
Tommy Smith: sassofono
Brian Kellock: pianoforte
Tommy Smith e Brian Kellock sono due musicisti scozzesi, rispettivamente sassofonista e pianista. Come racconta lo stesso Smith nell’intervista registrata a Camerino, il duo è l’incontro tra due modi differenti di interpretare il jazz: se il pianista si muove nel terreno della tradizione e del mainstream, il sassofonista ha un’attitudine più eclettica e si accosta con versatilità a situazioni differenti. D’altronde lo abbiamo potuto ascoltare nella terza giornata del Premio Internazionale Massimo Urbani nella macchina sonora – libera e rigorosa, allo stesso tempo – del trio con Arild Andersen e Paolo Vinaccia. E già lo avevamo incontrato nelle tante esperienze della Scottish National Jazz Orchestra, diretta da lui negli incontri con alcuni tra i più importanti musicisti del pianeta in direzioni anche diverse tra loro. E, in particolare per il pubblico italiano, era stato presente in alcune formazioni guidate dal pianista Pino Jodice.
Whispering of the Stars è un album di ballate. La scelta ricade su un repertorio estremamente classico e l’interpretazione mette in luce la cristallina bellezza dei temi composti da Duke Ellington, Michel Legrand, Vernon Duke, Glenn Miller, Burt Bacharach, Burke e Van Heusen, Hoagy Carmichael, Billy Strayhorn e altri. Per dare un’idea ancor più efficace possono servire alcuni titoli scelti per il disco. Brani come Stardust, It Could Happen to You, When You Wish Upon a Star, You’ve Changed, I’m in the Mood For Love, preceduti dall’apertura sobria di You Must Believe in Spring con cui il duo disegna con immediata disposizione le coordinate entro cui si svilupperà il seguito del lavoro. L’impasto dei suoni del tenore di Smith e del pianoforte di Kellock è l’elemento che rende personale le interpretazioni dei brani e intorno al quale fluiscono improvvisazioni e temi. Il dialogo tra le due voci scorre al servizio di standard ormai consolidati: l’aspetto più interessante della costruzione a due voci portata avanti brano dopo brano è lasciare una sensazione di leggerezza, di totale mancanza di costrizione, di serenità complessiva pur nel rispetto rigoroso delle atmosfere e delle linee originali.
Libertà ed estro dei due musicisti si ritrovano nel medley centrale. Una morbida e sinuosa linea melodica che porta da In a sentimental mood ad Alfie passando per, tra le altre, Sophisticated Lady, Moonlight in Vermont, Over the Rainbow e Come Sunday. Una linea utile ancora una volta per mettere in evidenza la consistenza del suono e la perfetta coesione tra i due interpreti nel disegno di un’atmosfera calda e accogliente. Se la lettura data da Smith e Kellock è sicuramente riferibile alla tradizione, il loro incontro musicale non lascia indifferenti: una lettura “comme il faut”, rispettosa dei canoni e delle tantissime versioni che li hanno resi celebri, lascia passare comunque nei brani la personalità e si avverte quanto i due siano ispirati e capaci di dare una versione estremamente godibile e matura di queste melodie.