Albore Jazz – ALBCD 023 – 2014
Antonella Vitale: voce
Andrea Beneventano: pianoforte
Francesco Puglisi: contrabbasso
Alessandro Marzi: batteria
Antonello Salis: fisarmonica
Giancarlo Maurino: sax soprano
Songs in my heart – il sesto disco firmato come leader da Antonella Vitale – riporta, in qualche misura la cantante romana al confronto con gli standard dopo due lavori dedicati alla reinterpretazione in chiave jazzistica di canzoni italiane e successi del pop internazionale. La scaletta propone dieci titoli dal grande repertorio statunitense, Canoeiro di Dorival Caymmi e Arrivederci di Umberto Bindi e un paio di originali firmati dalla stessa Vitale con Claudia Marss, Eu E O Vento, e Antonello Salis, Preludio, introduzione libera a What Is This Thing Called Love.
Altro aspetto particolare è la scelta di una formazione che aggiunge al canone della cantante accompagnata dal trio, la vena imprevedibile ed originale di un musicista come Antonello Salis. Si forma in questo modo un vero e proprio quintetto, dal momento che il fisarmonicista è presente praticamente in metà disco e ne caratterizza in maniera efficace l’andamento. Una presenza ben calibrata, quella di Salis in Songs in my heart: abile nel non prendere il sopravvento, gioca il suo ruolo al servizio delle canzoni e della visione complessiva del risultato, sottolinea e doppia con la voce le frasi della fisarmonica. Un intervento limitato nelle quantità, ma sempre prezioso, lo offre anche Giancarlo Maurino impegnato, con il suo soprano, nella versione di You Go To My Head.
L’apertura affidata ad una interpretazione morbida di Cherokee – rivista, differentemente dalla lezione comune, con un tempo più contenuto – ci porta all’interno di un disco rilassato e condotto con gentilezza da Antonella Vitale, senza peraltro rinunciare alle necessarie tensioni emotive. Il carattere delicato del lavoro passa attraverso le atmosfere lievemente retro oppure i passi di danza accennati in trasparenza nelle soluzioni ritmiche scelte in alcuni brani. L’interazione con un trio già rodato e la scelta di due ospiti abituati al dialogo – dal duo fino all’improvvisazione libera – smussa ulteriormente gli spigoli di Songs in my heart.
Un lavoro sugli standard compiuto senza affanni o strappi, una vera conferma del senso del titolo: il filo narrativo accondiscende le tradizioni incrociate dai brani e la particolare costruzione del quintetto, utilizza l’alternanza tra quartetto e quintetto, si sviluppa sugli arrangiamenti delicati proposti da Andrea Beneventano e dalla stessa Vitale per i brani e nella serena disposizione degli interpreti.